La missiva è stata mandata anche al Belgio e ad altri due Paesi al momento non specificati

L'Italia non ha fatto progressi sufficienti per rispettare il criterio del debito nel 2018. Così si legge nella lettera che Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici hanno indirizzato al ministro dell'economia Giovanni Tria che ha tempo per rispondere fino a venerdì 31 maggio. "Alla luce dei dati notificati nel 2018 si conferma che l'Italia non ha fatto sufficienti i progressi per rispettare i criteri del debito nel 2018", è quanto si legge nella lettera firmata dai commissari Moscovici e Dombrovskis con cui la Commissione chiede chiarimenti all'Italia sull'andamento del debito pubblico.

Nella lettera indirizzata al ministro Tria e al 'caro Giuseppe' – come aggiunto a penna, si legge che in base ai dati per il 2018 l'Italia non ha fatto sufficienti progressi e che la Commissione "considera la preparazione di un rapporto in base all'articolo 126.3 del trattato, su cui il Comitato economico e finanziario (Efc) darà la sua opinione". Nel testo si ricorda che il patto di Stabilità e crescita permette agli Stati membri di evidenziare ogni fattore che è ritenuto rilevante per valutare complessivamente in termini qualitativi l'eccesso rispetto al parametro di riferimento". Questa informazione deve essere sottoposta in tempo per la preparazione del Report e dunque "per permettere alla Commissione di prendere interamente in considerazione le informazioni aggiornate sui fattori rilevanti apprezzeremmo di ricevere una risposta entro il 31 maggio", scrivono Dombrovskis e Moscovici.

"Come parte della nostra valutazione della situazione fiscale degli Stati membri, è una procedura standard che la Commissione a volte invii lettere alle autorità di alcuni Stati, chiedendo loro di informarci su fattori rilevanti da prendere in considerazione", spiega un portavoce della commissione Ue a proposito della lettera inviata all'Italia e ad altri 3 paesi.

Immediato il commento di Matteo Salvini: "Fare più deficit è possibile? Quelli sono parametri vecchi da rivedere a prescindere da chi sarà il presidente della Commissione. Io metterei al centro del dibattito il lavoro e la disoccupazione, non il deficit, il debito o lo spread. Quando arriverà la lettera la leggerò e parlerò con Tria, con Di Maio, e con Conte". 

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