Obiettivo principale è lo smantellamento delle "piazze dello spaccio" impedendo fisicamente l'accesso ai luoghi a pusher e trafficanti. Decaro (Anci) replica: "Sindaci non hanno bisogno di essere commissariati"

I prefetti potranno intervenire con ordinanze 'anti-degrado' per proteggere le cosiddette zone rosse delle città da "persone dedite ad attività illegali". Lo prevede la direttiva del ministro dell'Interno Matteo Salvini inviata ai prefetti dal titolo 'ordinanze e provvedimenti antidegrado e contro le illegalità'. Il testo precisa che la "prevenzione della criminalità diffusa, la promozione e tutela della legalità, il contrasto ai fenomeni legati al consumo smodato di alcool o all'uso di sostanze stupefacenti, la ferma reazione verso ogni forma di abusivismo o di violenza" è affidata ai sindaci ma ricorda che è stato "localmente sperimentato con successo il ricorso a provvedimenti prefettizi che vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l'allontanamento, nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici, oppure che si caratterizzano per l'esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali".

Si tratta, ribadisce il Viminale, di "strumenti di natura straordinaria, contingibile ed urgente, si pongono nel catalogo degli interventi astrattamente possibili per il conseguimento delle finalità indicate come un prezioso ausilio alle politiche locali in atto". In questo senso, la direttiva chiede ai prefetti di convocare i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica nell'ambito dei quali "dovrà essere avviata una disamina delle eventuali esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi del contesto urbano". "L'esperienza nei territori – si legge nel documento – ha evidenziato l'esigenza di intervenire con mezzi ulteriori ogni qual volta emerga la necessità di un'azione di sistematico 'disturbo' di talune condotte delittuose che destano nella popolazione un crescente allarme sociale".

L'esempio da seguire è quello di città come Bologna e Firenze che hanno creato vere e proprie zone rosse in cui è vietato l'accesso a determinati soggetti. Obiettivo principale è quello dello smantellamento delle "piazze dello spaccio" impedendo fisicamente l'accesso ai luoghi a pusher e trafficanti.

I risultati dell'attività dei Comitati, dice ancora la Direttiva inviata anche per conoscenza al capo della polizia Franco Gabrielli, dovranno essere comunicati "tempestivamente" al gabinetto del ministro, "segnalando mediante una articolata relazione i provvedimenti adottati", mentre a partire dal prossimo 31 maggio ogni 3 mesi i prefetti dovranno inviare al Viminale un report trimestrale "sul monitoraggio condotto in relazione alle ricadute delle ordinanze adottate".

Un direttiva che, però, non piace affatto ai sindaci. E il motivo lo spiega il presidente dell'Anci e primo cittadino di Bari, Antonio Decaro: "I sindaci non sono distratti, affatto. Ed è curioso che il ministro Salvini che in base all'accordo sottoscritto tra governo ed enti locali sulle linee guida in materia di sicurezza urbana avrebbe dovuto affrontare il tema in conferenza Stato-Città a quel tavolo di confronto non si faccia vedere, e nel frattempo non perda occasione per far polemica con noi".

"Vorrei che il ministro – aggiunge – considerasse i sindaci degli alleati, con i quali confrontarsi per arricchire il patrimonio di informazioni e di esperienze da cui dipendono le politiche di sicurezza urbana. Se ci avesse chiamati per affrontare seriamente il problema del degrado urbano nelle città gli avremmo detto che varare zone rosse non risolve il problema, lo sposta altrove. Noi sindaci amministriamo ogni giorno tra mille difficoltà e non abbiamo bisogno di essere commissariati da nessuno. E non siamo distratti. Quello distratto sembra piuttosto il ministro, visto che sembra aver dimenticato che i prefetti hanno competenza esclusiva su ordine pubblico e sicurezza, e per occuparsi di questi temi non hanno bisogno di nessuna circolare ministeriale né di commissariare nessuno".

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