Continuano le frecciatine all'interno del governo gialloverde all'indomani dell'iscrizione nel registro degli indagati di quattro membri dell'esecutivo per sequestro di persona
"L'indagine per la Sea Watch? Non me la vendo come una medaglia al valore, come fa Salvini". Il ministro Danilo Toninelli non perde l'occasione per lanciare una frecciatina al vicepremier Matteo Salvini, con cui, insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'altro vice Luigi Di Maio, è indagato per sequestro di persona per non aver permesso all'imbarcazione Sea Watch, battente bandiera olandese ma di una Ong tedesca, di entrare nel porto di Catania lo scorso gennaio.
Lo stesso Di Maio aveva disapprovato lo show di Salvini, che ha annunciato l'apertura dell'inchiesta di fronte a un nugolo di giornalisti., affermando di non sentirsi "Napoleone". E per rimarcare la linea dettata dal capo politico del Movimento 5 stelle, Toninelli rincara la dose: "È un'iniziativa del Governo intero. Noi stiamo continuando a salvare vite umane ma lo dobbiamo fare nel rispetto della sicurezza e della legalità e così non è stato per la Sea Watch. Siamo convinti di aver operato per il bene dell'interesse pubblico".
Il ministro dei Trasporti ha poi parlato anche della crisi libica: "Se dovessero aumentare le partenze dalla Libia è evidente che chiudere i porti italiani non basta più, devono essere aperti gli altri porti europei e altri confini. Se dovessero arrivare migliaia di richiedenti asilo non può bastare l'approccio 'porti chiusi', i porti sono chiusi perché chi arriva non ha rispettato il diritto internazionale. Nel caso in cui non fosse così non li possiamo accogliere tutti noi, li devono accogliere anche gli altri Paesi europei, anche i governi che non ci hanno dato una mano nella ridistribuzione dei migranti".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata