Le parole del presidente della Repubblica al convegno alla Camera per i 100 anni della stampa Parlamentare. Ma il governo replica: "Riformare il sistema"

I 100 anni della Associazione stampa parlamentare ricorrono in un momento difficile per l'informazione e la comunicazione. Attacchi durissimi ai giornalisti, spazi limitati nei palazzi della politica e, come ha più volte evidenziato la vice-presidente Angela Bianchi, "spesso i cronisti sono ridotti a reggimicrofono". Senza dimenticare insulti mentre si sventola la minaccia dei tagli all'editoria. In ballo, quando lo scontro rischia di toccare livelli molto bassi, c'è un bene più alto, difeso dalla Costituzione stessa: la libertà di stampa e di espressione.

È qui che il capo dello Stato, Sergio Mattarella – sottolineando la valenza della stampa parlamentare come "presidio di libertà, di critica e di controllo" – torna sull'importanza del pluralismo informativo: "E' un valore fondamentale per ogni democrazia, che va difeso e concretamente attuato e sostenuto".

Le alte cariche dello Stato si pongo quindi in prima linea a difesa della libertà di stampa, compreso Giorgio Napolitano che pone l'accento su come "oggi, difendere la libertà di opinione e di espressione significhi tenere conto contemporaneamente del rispetto della privacy e della dignità delle persone, che sono fondamenta della nostra democrazia, e questo richiama al senso di responsabilità e del limite dei giornalisti". Però il presidente emerito non risparmia bacchettate quando parla di "informazione qualificata che non degradi a mero specchio di indiscrezioni o di fantasiosi retroscena, ma che sappia dare le notizie essenziali sulla vita delle istituzioni democratiche e possa favorire un processo di valutazione autonoma e di partecipazione dei cittadini".

È nei confronti delle nuove forme di comunicazione, i nuovi canali dei sociale network che il titolare della Camera, Roberto Fico, lancia un alert: "Noi tutti dobbiamo stare attenti ad essere consapevoli nella gestione di uno strumento che può essere di formidabile impatto positivo ma ha dei limiti, come ogni strumento. E su questo serve essere responsabili. Abbiamo bisogno di buon giornalismo", ribadisce la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, "così come le istituzioni hanno molto bisogno di saper meglio comunicare". Il messaggio di Casellati va ben oltre e tocca il tema più caldo del rapporto tra istituzioni e stampa: "Ferma restando la sempre meritoria e necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica, auspico possano essere salvaguardati i contributi per una editoria sempre più libera, plurale, professionale".

Il governo si sente chiamato in causa e a rispondere è proprio il sottosegretario Vito Crimi: "Non c'è nessun attacco al pluralismo dell'informazione – ribadisce – se lo Stato interviene nel settore, deve farlo agendo sul sistema e non sui singoli editori. I contributi non hanno nulla a che fare con il pluralismo: chi li prende fa concorrenza a chi, invece, non li prende".

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