Un velista e un ufficiale di Marina, protagonisti di due storie diverse ma non troppo
“Gente di mare, che se ne va”, per citare un grande successo di Umberto Tozzi e Raf. Andrea Mura e Gregorio De Falco, un velista e un ufficiale di Marina, sono loro i protagonisti di due storie diverse, ma non troppo. Ad accomunarli, oltre all’andar per mare, la rotta di collisione con il Movimento 5 Stelle. Potevano essere fra le vedette della nuova infornata di portavoce pentastellati, la loro “idea di troppa libertà” li ha portati su una strada diversa.
La breve parentesi politica di Mura nasce nella sua Sardegna. Luigi Di Maio lo presenta come una “super competenza del Movimento”. Una definizione perfetta per il primo italiano a trionfare nella storica ‘Route du Rhum’, regata transatlantica in solitario. Con la sua ‘Vento di Sardegna’ Mura porta con orgoglio la bandiera dei Quattro Mori in giro per il “grande fratello blu”. L’elettorato gli dà fiducia e un seggio alla Camera dei Deputati. La luna di miele con la politica, però, dura meno di una delle sue tante imprese marittime. A luglio il Movimento lo accusa per la bassa percentuale di presenze in Aula. Lui, ribatte parlando di una sorta di accordo dove gli sarebbe stato concesso di fare politica “dalla barca”, come “testimonial in difesa degli oceani”. Di Maio smentisce e Mura viene espulso a fine luglio. “Il Movimento ha usato la mia popolarità di velista internazionale per vincere la campagna elettorale uninominale”, la replica dello sportivo che, nel frattempo, chiede ed ottiene a fine settembre le dimissioni da deputato.
Gregorio De Falco, invece, entra per la prima volta nelle case degli italiani il 13 gennaio 2012, la notte del naufragio della Costa Concordia. L’effetto è dirompente. Il suo “vada a bordo, cazzo!” urlato nelle orecchie di Francesco Schettino diventa in un amen frase di uso comune. La reazione di un uomo tutto d’un pezzo che intima al comandante, reo di aver abbandonato la nave, di prendersi le sue responsabilità. L’ufficiale di Marina è l’immagine dell’Italia ‘che piace’, anche all’estero dove diventa l’eroe del momento. A Pescara, il giorno della presentazione dei candidati pentastellati alle elezioni, De Falco è l’idolo della folla. Un uomo che “non ha bisogno di presentazioni” dice di lui Di Maio unendosi convinto all’applauso. Un sodalizio di ferro che, all’atto pratico, presenta crepe fin dai primi giorni di lavori parlamentari. Da buon lupo di mare De Falco è abituato a prendere decisioni in autonomia. L’ultima, il voto contrario al cosiddetto ‘condono Ischia’, segna la frattura. Il Movimento sperava potessero diventare “navigatori esperti di città”, ma “la gente di mare, va”.
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