Il capo dello Stato ricordando Gronchi a Pontedera: "Il presidente della Repubblica è il custode della Costituzione e deve farla rispettare"
Il presidente della Repubblica porta sempre con sè la 'cassetta degli attrezzi' contenuta nella Carta fondamentale, la nostra Costituzione. È questa l'immagine che Sergio Mattarella lancia da Pontedera, ricordando uno dei suoi predecessori, Giovanni Gronchi, all'indomani delle parole di Luigi Di Maio su occulte 'manine' che avrebbero modificato il decreto legge fisco.
Per ora l'attacco del capo politico M5S si è fermato a una scossa politica, ma solo il tempo ne saprà definire i danni, soprattutto all'interno dell'esecutivo. L'inquilino del Colle non interviene direttamente sulla vicenda, però come consuetudine, usa nei discorsi riferimenti che non lasciano dubbi su quale sia la sua posizione in merito. Il presidente della Repubblica è "custode della Costituzione" e ha "una funzione di responsabile vigilanza costituzionale", ricorda citando una riflessione di Piero Calamandrei, quindi "una onesta ed energica volontà di raddrizzamento del timone costituzionale? In questo senso si puo' veramente dire che la Costituzione parla attraverso il presidente della Repubblica".
Un memorandum, l'ennesimo, sulle funzioni dell'inquilino del Colle, per quella politica che spesso ne dimentica doveri e responsabilità. Non si esca quindi da quel perimetro disegnato sapientemente dai padri costituenti, lanciando inutili proclami e soprattutto accuse, se non davvero fondate. Anche perché il capo dello Stato "è portatore dell'indirizzo di attuazione e di rispetto della Costituzione" e "un punto di incontro, di supplenza, gestore non già di una politica di governo, che non gli compete, bensì degli indirizzi fondamentali della Costituzione e rispetto ai quali i programmi di governo sono una espressione". È questo il format che le istituzioni dovrebbero adottare senza ma e senza se, perché l'obiettivo è sempre quello di "garantire la fiducia perché poi i giovani ci consentano di alimentarla e di farla crescere".
Dalla politica serve "senso di responsabilità" e un "indispensabile sforzo condiviso per dimostrare la capacità del nostro Paese di affrontare le sfide" aveva anticipato Mattarella in messaggio inviato all'assemblea di Assolombarda. In termini calcistici potrebbe essere letto come un cartellino giallo, soprattutto quando "il rallentamento del commercio internazionale, i segnali di ulteriori tensioni e misure protezionistiche rischiano di pesare sulla fiducia". Ultimo post scrittum del capo dello Stato è indirizzato ai chi governa ed è sull'Unione europea "che – pur con lacune e contraddizioni – ha assicurato un patrimonio inestimabile di pace e di benessere". Un incipit che il premier Giuseppe Conte dovrebbe tenere in mente proprio mentre è impegnato a Bruxelles in uno dei più difficili vertici Ue.
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