L'appello del segretario: "Chiedo a tutti il salto di qualità e sono pronto a fare la mia parte. Bisogna lavorare insieme in questa stagione di riscatto"

Compleanno speciale per Maurizio Martina. Quarant'anni festeggiati a Ravenna per la chiusura della Festa nazionale de l'Unità. Il segretario del Partito democratico sferza il governo ("A 100 giorni dall'inizio, io penso che possiamo iniziare a dire al Paese: fatti zero, danni tanti"). Ne ha per tutti, da Giuseppe Conte a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E poi dà una bella scossa al partito. "Non possiamo lamentarci se il dibattito sul Pd inizia e finisce con i nostri litigi. Io non ne posso più dei nostri litigi, dopodiché io difenderò sempre l'idea che tutti in questo partito abbiano cittadinanza e che un grande Partito democratico è plurale per costituzione. Noi – ammonisce Martina – ci dobbiamo rispettare tutti e non prendetemi per un romantico: ci dobbiamo volere bene. I cittadini capiscono: puoi fare tutti i programmi del mondo ma, se notano la distanza, si allontanano. Chiedo a tutti il salto di qualità e sono pronto a fare la mia parte. Bisogna lavorare insieme in questa stagione di riscatto". Parole e musica per l'ex segretario, Matteo Renzi, in contemporanea parla alla Festa de l'Unità di Firenze.

Una serie di attacchi all'esecutivo costellano l'intervento del segretario, che quasi si sgola. Si parte dall'Ilva. "Sono andati in giro, in lungo e in largo, a cercare fantomatiche soluzioni, salvo poi chiudere la partita esattamente nel solco del lavoro che i governi del Pd avevano costruito. Caro Di Maio – urla Martina – se hai una faccia sola, chiedi scusa a Taranto e all'Italia per le bugie che hai raccontato e per le falsità che hai venduto prima della campagna elettorale e anche dopo".
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata