Annunciata la richiesta di revoca del leasing per l'Airbus A340-500. Botta e risposta tra Toninelli e l'ex segretario Pd

Alla fine i primi a salire sull'AirBus di Matteo Renzi sono stati Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Per 'rottamarlo', dopo l'annuncio del premier Giuseppe Conte dell'imminente rescissione del contratto di leasing per l'aereo di Stato. "Bye bye AirForce Renzi", sorride Di Maio.

I due convocano una conferenza stampa a Fiumicino dove l'AirForce 'riposa' anche se dovrebbe stare a Ciampino, ma non ci sta: "è troppo grande, come l'ego di Renzi". E l'aereo è davvero gigante, imponente, ma dentro i sedili e gli scompartimenti sono quelli di un normale jet per i voli intercontinentali. "Non c'è la Jacuzzi e neppure la camera da letto", maligna Di Maio quando spiega perché l'allora premier Matteo Renzi non l'abbia mai usato.

La replica non si fa attendere. "Quando tornano su bufale come 'l'aereo di Renzi' significa che sono disperati: quell'areo non era per me, ma per le missioni internazionali delle imprese. Non ci ho mai messo piede. Di Maio ha scritto un decreto che licenzierà 80 mila persone: parli di quello, non di bufale".

Sembra campagna elettorale, invece, a sentire i parlamentari Pd, è soltanto "un'arma di distrazione di massa" per distrarre dai nodi nomine Rai e dal flop del decreto Dignità. E a chi ipotizza penali per la rescissione del contratto, il ministro Danilo Toninelli assicura: Risolviamo il contratto senza penali risparmiando 108 milioni di euro che potremo riutilizzare per gli italiani". 

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