Secondo il titolare del Viminale, il vis-à-vis si è concluso con "soddisfazione di entrambi"

Che cosa esattamente si siano detti in mezz'ora di colloquio al Colle non si sa, ma alla fine Matteo Salvini e il Presidente Sergio Mattarella si sono guardati negli occhi e hanno discusso in modo "utile e cordiale" del "futuro", in particolare di immigrazione, sicurezza e terrorismo, beni confiscati alla mafia e Libia. Non è stato toccato il tema della sentenza che condanna la Lega a restituire 49 milioni di euro allo Stato. A chi gli chiede se sia riuscito a parlarne con il capo dello Stato, Salvini risponde con un sibillino: "Resta una questione fra me e il Presidente Mattarella".

Superate dunque le polemiche dei giorni scorsi. Secondo il titolare del Viminale, il vis-à-vis si è concluso con "soddisfazione di entrambi". Schivato il primo ostacolo, a Salvini restava da appianare con i colleghi di Governo e in particolare con il ministro della Difesa Elisabetta Trenta la questione chiusura dei porti alle navi delle missioni internazionali prima del vertice dei ministri dell'Interno europei a Innsbruck. Al termine del vertice a palazzo Chigi – convocato dal premier Giuseppe Conte con i ministri Salvini, Luigi Di Maio e Giovanni Tria – l'esecutivo raggiunge una posizione comune.

"Il Governo agisce con una sola voce", assicura il titolare del Viminale. "La linea del governo sul contrasto al traffico di esseri umani, su sicurezza, immigrazione e antiterrorismo è una e una sola. Non ci sono tre o quattro linee", replica Salvini a chi gli chiede del presunto braccio di ferro con il ministro della Difesa Elisabetta Trenta secondo cui il Viminale non è competente in materia di missioni come quella di Eunavformed. Per l'Interno non c'è alcuno screzio e si tratta solo di una montatura. 

Piccolo giallo sulla partecipazione della ministra al vertice a Chigi. In un primo momento si era diffusa la voce che si fosse collegata telefonicamente, circostanza poi smentita da Salvini che ha chiarito: "Trenta non si è manifestata neanche in spirito". In merito il ministro dell'Interno ribadisce che le missioni internazionali continueranno a salvare vite però "non potranno e non dovranno essere tutti in Italia quelli che verranno salvati".

 

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