Mentre lui si dedica a un format televisivo, il dubbio che voglia lasciare i dem per fondare un nuovo partito persiste

Matteo Renzi potrebbe presto finire in televisione nell'insolita veste di guida turistica, naturalmente nella sua amata Firenze. Da tempo infatti l'ex segretario del Pd sta lavorando assieme alla società di produzione di Lucio Presta, 'Arcobaleno tre', a un progetto televisivo che racconti la storia delle bellezze della città culla del Rinascimento. I primi ciak sono già scattati nel fine settimana scorso a Firenze. Non è stato ancora finalizzato un accordo per la messa in onda, ma dallo staff di Renzi smentiscono che possa essere Netflix il destinatario. Sembra infatti che il programma sia destinato a un canale in chiaro della televisione 'tradizionale'. Le trattative più avanzate parrebbero essere con Mediaset e Discovery channel.

In questi giorni di travaglio del Pd in molti in Parlamento si interrogano su quali siano le reali intenzioni dell'ex segretario. Di certo, su di lui si conoscono soltanto gli impegni da 'senatore semplice' a Palazzo Madama e le attività 'extra', da conferenziere a scrittore. Si sa, per esempio, che sta progettando il suo prossimo libro che seguirà 'Avanti', uscito nel 2017. Per il resto, su quale sia la sua volontà per l'assemblea di sabato 7 luglio è ancora buio fitto. Se fino a poche ore fa sembrava che Renzi fosse favorevole ad aprire in tempi rapidi il congresso, ora molti renziani si chiedono che senso avrebbe avviare una discussione che si prefigura aspra in seno a un partito già 'ferito' – per usare l'espressione di qualche maggiorente Dem -. A questo punto, l'ipotesi più probabile sarebbe quella di eleggere Maurizio Martina segretario con pieni poteri. E su questa ipotesi potrebbe virare anche Dario Franceschini, l'altro 'big' del Pd che insieme a Renzi ha più rappresentanti nell'assemblea nazionale e nei gruppi parlamentari.

Ma c'è un altro dubbio che assilla più di un Dem in Senato, vale a dire se Renzi abbia o no l'intenzione di lasciare il Pd per fondare un altro partito. "In questo caso, legherebbe il suo destino a un partito del 5-7%", ragionano i meno ottimisti tra una chiacchiera e l'altra nei corridoi di Palazzo Madama. Infine, sempre al Senato, torna la voce di un futuro 'altro' per Renzi, questa volta non in Italia ma a Bruxelles. Voci e ipotesi che per ora non trovano conferma. Una cosa è certa, però, tutti – deputati e senatori – sono convinti che senza una decisione di Renzi il partito rischia di sgretolarsi ancora di più in una lunga e inutile attesa.
 

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