Il candidato in Basilicata indagato per riciclaggio: "Sono certo della mia innocenza". Bufera sul Movimento

"Tranquilli, non mi ritiro: sono più tosto di prima". Il funambolico presidente del Potenza calcio, Salvatore Caiata, chiude con un'azione a sorpresa una giornata iniziata con il suo nome, da settimane associato al M5S, sbattuto in prima pagina dai giornali vicino a un inequivocabile "Indagato". Il messaggio da una riga affidato a Facebook è da considerarsi una replica a Luigi Di Maio che, sempre sui social, aveva poco prima annunciato l'esclusione dal Movimento del candidato, sottolineando che i Cinquestelle non erano stati messi al corrente dell'indagine in corso dal 2016. L'inchiesta è quella per riciclaggio avviata dalla procura di Siena e riguarda il reimpiego di capitali per l'acquisto di bar e ristoranti attraverso società e conti correnti anche esteri. Caiata, oltre al suo ruolo nello sport, è infatti imprenditore nel settore della ristorazione. A sua difesa dice di essere una "persona che si è sempre comportata per bene". "Sono totalmente convinto della mia buona volontà, della mia buona fede e della mia innocenza ma non voglio che il MoVimento 5 Stelle abbia alcun danno da questa vicenda perché nulla c'entra – assicura sulla sua bacheca verso le cinque di pomeriggio, dopo uno scambio di telefonate con lo staff Cinquestelle -. Per questo metto totalmente a disposizione tutta la documentazione che possa servire per chiarire questo attacco che mi viene rivolto e mi autosospendo dal Movimento". Eppure, dopo poco più di un'ora,  pubblica l'altro post in cui pare non avere alcuna intenzione di rinunciare alla corsa elettorale, poco importa se senza il simbolo dei Cinquestelle.

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