L'ex commissario alla spending review ha presentato la struttura dell'Università del Sacro Cuore
Un cane da guardia sui conti pubblici italiani che faccia sentire il fiato sul collo al governo. "Una migliore gestione della cosa pubblica è possibile se, come cittadini, siamo convinti che le cose possano cambiare", dichiara Carlo Cottarelli, (nella foto) ex commissario alla spending review del governo italiano, che presenta il neo Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, di cui assume la direzione.
Un 'think tank' che non vuole comunicare solo agli esperti, "ma a un pubblico più vasto, pur mantenendo il rigore dell'analisi", chiarisce Cottarelli. Uno spazio per fare il punto sulla gestione del denaro pubblico, ma anche per smascherare, in occasione delle prossime elezioni politiche, le promesse elettorali irrealizzabili, con un'attività di fact-checking. L'osservatorio ha avviato i suoi lavori poche settimane fa. Attraverso attività di analisi e comunicazione, vuole contribuire alla riduzione del debito pubblico rispetto al Pil, avviare una gestione efficiente della spesa pubblica, ridurre la tassazione e garantire la trasparenza dei conti e della normativa in materia. Tra le sue priorità c'è anche quella di fornire ai media e al pubblico analisi periodiche sui principali documenti di finanza pubblica.
L'opinione di economisti e esperti vuole inserirsi in un dibattito nazionale che, secondo uno dei suo membri, l'economista Massimo Bordignon, sarebbe "penoso" e penalizzato dall'incapacità "di controllo finanziario verificatasi in passato", quando "si è passati da una spesa all'altra senza imparare dagli errori". Spesso "si incolpano solo i politici, ma siamo una democrazia, per cui i governi riflettono la volontà popolare" e per questo "occorre sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto ai danni che un settore pubblico squilibrato finanziariamente e poco efficente crea a tutti noi", spiega l'attuale direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, Cottarelli. Per farlo analizzerà lo stato dei conti pubblici italiani e suggerirà la giusta direzione al governo, mostrando anche gli errori del passato. Come l'eccessivo ottimismo sulla riduzione del debito pubblico.
Nell'aprile 2014 si prevedeva che tra la fine del 2012 e la fine del 2018 il debito pubblico si sarebbe ridotto di 12 punti percentuali rispetto al Pil. Al contrario, si è avuto un aumento di un punto percentuale. Il debito si ridurrà, soprattutto, se aumenterà l'inflazione, evento probabile. Ma è "il terzo anno di fila che il governo prevede un determinato aumento dell'inflazione, che invece non si è verificato", spiega Cottarelli. Un'ipotesi "possibile", ma il prossimo governo, di qualunque maggioranza sia "dovrà considerare tutti i rischi" e affrontare con più attenzione il tema del risanamento dei conti pubblici.
Il primo bilancio dell'Osservatorio evidenzia anche la continua revisione al ribasso degli obiettivi di surplus primario. E Cottarelli critica l'attuale Manovra che sarebbe stata poco coraggiosa. "In un anno di crescita buono – dichiara il direttore dell'osservatorio – per lo Stato si sarebbe potuto fare di più. Ci vuole un'azione più strutturale". Le azioni del governo vanno bene ma "la questione è se ci possiamo permettere un surplus primario che aumenta solamente dello 0,3% nel prossimo anno", sottolinea Cottarelli. "Avrei preferito – conclude – un aumento più forte".
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