Il presidente della Repubblica sugli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma
Quella immagine, ritagliata come un adesivo da incollare sui muri dello Stadio, porta con sè tutto il dolore di una 16enne uccisa dalla furia nazista. La giovane Anna Frank con la divisa giallorossa, come "segno di insulto e di minaccia, oltre che disumano, è allarmante per il nostro Paese, contagiato, ottanta anni addietro, dall'ottusa crudeltà dell'antisemitismo". Sergio Mattarella picchia duro su quello che si voler far passare come 'coreografia da stadio', ma che alla fine è stato non solo di cattivo gusto ma anche un insulto alla memoria di una volto, quello della giovane Anna che rappresenta la storia "di sofferenza e di morte a opera della barbarie nazista" che ha "commosso il mondo".
Il terrore animato dal rinvigorimento di politiche e ideologie antisemite sono temi su cui il capo dello Stato, dall'inizio del suo mandato, non transige e lo ha dimostrato nel giorno del suo insediamento quando, come primo atto, decise di rendere omaggio alle Fosse Ardeatine, luogo dove si consumò l'eccidio più crudele dell'epoca guidata da Adolf Hitler. Un gesto di una gravità inaudita,che secondo il capo dello Stato deve essere punito con severità. Mattarella ne ha infatti parlato direttamente e immediatamente con il ministro dell'Interno Marco Minniti, che gli ha assicurato grande impegno per individuare i responsabili di un comportamento "così ignobile affinché vengano perseguiti secondo la legge e vengano definitivamente esclusi dagli stadi". Della stessa idea il premier Paolo Gentiloni: "Ci sono gruppi ultras di squadre di calcio che pensano di scherzare sulla figure della storia, su quella di Anna Frank: ciò che è successo ieri è incredibile, inaccettabile e non può essere minimizzato o sottovalutato". Il segretario del Pd, Matteo Renzi, risponde con una provocazione: "Se io fossi il presidente di una squadra di calcio, domani scenderei in campo con la Stella di David al posto dello sponsor. E spiegherei ai ragazzi delle curve perché quando pronuncio il nome di Anna Frank mi vengono i brividi". E poi incita: "Restiamo umani, amici". Si tratta di un gruppo di "imbecilli da internare" per il leader del Carroccio Matteo Salvini, che però minimizza: "non rappresentano i veri ultras, rappresentano una minoranza da rieducare". Durissima la reazione della Cei. "Per una cosa del genere può scusare soltanto una leggerezza e un'ignoranza invincibile" attacca il presidente, cardinale Gualtiero Bassetti, e monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione dei vescovi italiani per l'ecumenismo e il dialogo, condanna senza possibilità di fuga: "Vergogna. È assurdo. Siamo al paradosso. Stiamo sottovalutando l'antisemitismo risorgente in diversi modi. E l'Europa che si chiude, che costruisce muri, che diffonde l'odio per l'altro, si sta incamminando su questa pericolosa via".
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