Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere: "Chi ha sbagliato paghi. Ma non ci faranno ingoiare regole sbagliate"
"Non abbiamo nessuna intenzione di aprire un braccio di ferro con lo Stato. Noi abbiamo sempre rispettato le regole, abbiamo salvato 69mila persone e tutti i nostri interventi sono stati coordinati dalla Guardia Costiera. Quindi, nostro malgrado, se ci costringeranno ad accettare il Codice che non abbiamo firmato, Medici senza Frontiere abbandonerà il soccorso dei migranti in mare". Loris De Filippi, presidente di Msf, scandisce bene le parole. La vicenda del Codice di condotta e l'inevitabile "pressione" messa in campo dal sequestro della Juventa potrebbe avere come risultato l'uscita di scena di una delle maggiori e più efficaci strutture del soccorso ai migranti nel Mar Mediterraneo. Questo mentre la "Prudence" (la nave "ammiraglia" di Msf ha appena partecipato al salvataggio di 129 persone al largo delle coste libiche.
Qual è il vostro giudizio sui fatti di questi giorni?
"Estrema cautela anche se non ci sfugge il tentativo mediatico di collegare il procedimento penale con il rifiuto di firmare l'accordo. Massimo rispetto, comunque, per il lavoro della magistratura. Se qualcuno ha violato le regole e ha parlato con gli scafisti, è giusto che paghi. Lo direi anche per noi o per chiunque altro. Non so cos'abbiano fatto quei ragazzi tedeschi. Magari hanno peccato d'inesperienza… Ma gli errori di quel livello, si pagano. Il soccorso in mare ai migranti, purtroppo, non è un gioco".
Voi rivendicate di aver sempre rispettato le regole, ma non accettate la polizia armata a bordo e siete contrari alla regola che vieta i trasbordi.
"Chiariamo un equivoco. Non è che fino ad oggi il salvataggio in mare dei migranti fosse in preda all'anarchia. Noi non abbiamo mai fatto un intervento senza il coordinamento della Guardia Costiera, né c'è mai stato un trasbordo che non fosse fatto in pieno accordo con loro. In mare, quando arrivano barche cariche di centinaia di persone, succede più o meno così: le Ong intervengono e, coordinate dalla Guardia Costiera, procedono al trasbordo in modo che le persone salvate "riempano" la capienza della nave più grossa. Poi la Guardia Costiera (attraverso l'MRCC) dà indicazioni sul porto da raggiungere per lo sbarco. Nessuno di noi ha mai fatto un trasbordo o portato persone a terra senza l'accordo con l'MRCC (Maritime Rescue Coordination Center; ndr)"
E la questione della Polizia a bordo?
"L'abbiamo detto in tutte le salse. E' una nostra regola che funziona in tutti i 75 paesi dove interveniamo e che viene sempre accettata: niente persone armate nelle nostre strutture o sulle nostre navi. Pensi che in Iraq, dove siamo anche adesso, gli uomini della Golden Division dell'esercito iracheno, quando entrano nella nostra struttura, a pochi chilometri dal fronte, lasciano le armi fuori in custodia ai loro colleghi di guardia. Vogliono obbligarci ad accogliere a bordo persone armate? Noi ci opporremo fin dove è possibile. Vogliono obbligarci? Smetteremo di salvare la gente in mare, ma sarebbe una grave sconfitta per tutti"
E il trasbordo?
"Il trasbordo serve alla buona riuscita degli interventi, tanto è vero che, come ho detto, viene promosso e coordinato dalla Guardia Costiera. Noi abbiamo sempre rispettato le indicazioni, chiedete ai responsabili dell MRCC. Msf rispetta le regole internazionali e accetta il coordinamento dello Stato attraverso le sue strutture. Ci siamo seduti diligentemente al tavolo, abbiamo discusso il Codice che ci è stato proposto e constatata la buona volontà del governo su alcuni punti. Il Codice fotografa quello che già facevamo. Su uomini armati a bordo e trasbordi non possiamo transigere. Vogliono il braccio di ferro? Noi non la faremo e ci metteremo da parte. Vuol dire che faranno i salvataggi senza Msf".
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