La dichiarazione finale evidenzia la divisione fra gli Stati Uniti e gli altri 19 Paesi sull'accordo di Parigi

La dichiarazione conclusiva unitaria del G20 di Amburgo alla fine è arrivata, seppur con numerosi compromessi dal commercio ai migranti, ma il documento mette nero su bianco la spaccatura fra gli Stati Uniti di Donald Trump e gli altri 19 leader sul clima. "Prendiamo atto della decisione degli Stati Uniti d'America di ritirarsi dall'accordo di Parigi" e "i leader degli altri Paesi membri del G20 affermano che l'accordo di Parigi è irreversibile", si legge nel testo. Che si trattava di un summit "difficile" la cancelliera tedesca Angela Merkel, che faceva gli onori di casa nella sua città natale, lo aveva detto già nella prima giornata di lavori. E infatti, nella notte fra venerdì e sabato, mentre le strade di Amburgo erano teatro di proteste sfociate in violenza, dentro il centro congressi è proseguito fino a verso le 2 il lavoro certosino degli sherpa per limare un testo che fosse accettabile per tutte le delegazioni.

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Sul clima si consuma ufficialmente la frattura fra Washington e gli altri 19: il documento trae le conseguenze del ritiro degli Usa dagli accordi di Parigi annunciato da Trump a giugno, dopo il G7 di Taormina e prima di questo G20. Il negoziato sul wording si è giocato parola per parola. Il nulla osta degli Usa a inserire nel comunicato finale l'aggettivo "irreversibile" in riferimento all'accordo di Parigi non è stato gratuito: in cambio gli sherpa americani hanno ottenuto che venisse inserita una controversa frase sull'uso dei combustibili fossili. "Gli Stati Uniti d'America proveranno a lavorare da vicino con altri partner per contribuire all'accesso e all'uso di combustibili fossili in modo più pulito ed efficiente", recita la frase per cui Trump può cantare vittoria. Ma la pressione diretta del presidente francese Emmanuel Macron ha fatto sì che venisse smussata aggiungendo che gli Usa si impegneranno anche per "contribuire al dispiegamento di fonti di energia rinnovabili e pulite". 

Un tema caldo, trattato anche al G20 di Amburgo, ma che resta comunque divisivo sia in Europa che in Italia. E anche il Papa torna a ribadire ai Grandi del mondo: 'Prendetevi cura di poveri e diseredati'. Sui migranti si continua a dibattere e oggi il premier italiano, Paolo Gentiloni, al vertice tedesco ha ribadito: "I Paesi impegnati a salvare e accogliere non vanno lasciati soli".

"L'Italia rivendica il lavoro fatto in questi anni, ma questo impegno o è una sfida globale o alla lunga è difficile da sostenere", ha detto il premier secondo il quale c'è la consapevolezza "della differenza giuridica tra rifugiati e migranti economici. Ma questi sono oltre l'85% degli arrivi e quindi gestire e contenere i flussi è e sarà sempre più una sfida europea e globale". Per Gentiloni "l'Italia è dalla parte della ragione" e sta "facendo uno sforzo importante" che il premier rivendica "a testa alta". "Ma – puntualizza il capo del governo italiano – tutti sanno che lo sforzo non può essere illimitato e svolto solo da noi. Senza l'Italia le operazioni in mare non sarebbero state internazionali". Alla fine, comunque per Gentiloni, sui migranti "sono stati fatti passi avanti" che rimangono però "insufficienti".

Nella dichiarazione finale si legge: "Sottolineiamo il diritto sovrano degli Stati di gestire e controllare i loro confini e a stabilire politiche che vadano nel loro interesse nazionale e per la sicurezza nazionale". Si aggiunge tuttavia che i 20 sottolineano "l'importanza che i rimpatri e la reintegrazione dei migranti che non abbiano i requisiti per restare siano sicuri e umani". Nel testo viene inoltre espresso l'impegno a "contrastare il traffico di migranti e il traffico di esseri umani", ma senza prevedere misure specifiche contro i trafficanti. "Siamo determinati a intraprendere azioni contro contrabbandieri e trafficanti", si legge nel comunicato finale.

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Continuano, però, le polemiche italiane sulle posizioni dei partiti e in particolare su quelle espresse ieri dall'ex premier, Matteo Renzi. Gentiloni ha difeso il suo pensiero (i migranti vanno aiutati a casa loro ndr) dal G20. "Penso che la cosa che ha scritto Matteo – ha sottolineato – è una cosa che se uno la vuole leggere in modo onesto è assolutamente ragionevole. Se poi uno lo vuole leggere, e c'è chi lo fa, dicendo che aiutiamoli a casa loro vuol dire se vogliono venire a casa nostra li mitragliamo, alziamo un impossibile muro, li cacciamo, sarebbe piuttosto bizzarro".

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