Il presidente tornerà sullo scranno di Montecitorio a due anni dal suo discorso di insediamento

 Tornerà sullo scranno di Montecitorio a due anni dal suo discorso di insediamento a Camere riunite. Mattarella oggi parlerà a senatori e deputati e l'argomento in questa occasione sarà l'Europa, a 60 anni dalla forma dei Trattati di Roma. Un discorso molto atteso che aprirà le celebrazioni che vedranno nella capitale i 27 capi di Stato membri dell'Unione, con mogli e delegazioni a seguito. Un evento quello di stamani alle 11,30 voluto dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, a cui l'inquilino del Colle tiene particolarmente perché ad ascoltarlo ci saranno le forze politiche italiane dalla Lega Nord ai 5Stelle, da Forza Italia al Partito democratico. Già nei giorni scorsi il capo dello Stato, parlando con alcuni studenti, aveva registrato non solo in Italia "un clima di aggressività" nelle "vita politica in generale". "Vedere il dibattito politico – aveva constatato – che si esprime attraverso aggressività vicendevoli, attraverso la ricerca degli slogan più efficaci per danneggiare l'avversario con l'unico obiettivo di conquistare qualche voto in più, è una depressione della democrazia". Un messaggio chiaro, esteso anche al di fuori dei confini nazionali certo, che calza a pennello anche a quelle forze politiche che saranno schierate nell'aula di Montecitorio.

Oggi è la giornata della riflessione su cosa l'Europa vuole diventare, in un momento di grande di grande difficoltà interne ed esterne. Mattarella per questo ribadirà che l'appuntamento di Roma non vuole e non deve essere una sola occasione celebrativa ma di rilancio, un rigenerato punto di partenza per l'Ue. L'Unione europea ha detto ai Parlamenti Ue venerdì scorso, in un pranzo al Quirinale, "è largamente migliorabile, e tutti abbiamo la nostra parte nel farla funzionare meglio" e "le critiche, a volte ingenerose e infondate, affondano spesso le loro radici in alcuni limiti dell'agire dell'Unione che tutti abbiamo di fronte ai nostri occhi". Insomma l'Unione ha sicuramente qualcosa di cui rimproverarsi, ma ora è il momento di riscoprirne radici ed essenza della sua esistenza per il bene comune.

Le sfide che i paesi membri hanno di fronte, terrorismo, flussi migratori, crisi economica e disoccupazione, devo fare da spinta alla ricerca di una risposta condivisa. E in questo l'Italia ha un valore fondamentale, non solo come paese fondatore dell'Unione europea, ma perché nella sua storia ha il seme dell'unità voluta a tutti i costi. Proprio il 17 marzo scorso, Mattarella aveva sottolineato: "Celebrare l'Unità del Paese è occasione di festa e impegno comune, per rendere il nostro Paese più unito e più forte, condizioni di uno sviluppo solido, equo e sostenibile e contributo – da Paese fondatore – all'Unione europea per superare le attuali difficoltà". L'Europa può e deve ripartire e può e deve farlo da Roma.
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata