La ministra racconta: "Ero una brava studentessa, abbastanza secchiona"
"Se nel periodo in cui ero al centro delle polemiche ho pensato per un attimo di dimettermi? Si, per tanti attimi. Perché c'era troppa violenza, troppa strumentalità. Nessuno mi ha convinto, la forza l'ho avuta da me stessa". Così a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, ospite di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Lei venne accusata per i suoi titoli di studio. "Io ho ben due diplomi, però forse per alcuni non sono sufficienti. Perché sono femminista, sono una donna, sono molto determinata e sono assolutamente laica – ha aggiunto – E sai quanti ce l'hanno e che sono stati anche presidenti del Consiglio?".
"Il secondo diploma che avevo preso, quello di assistente sociale, dal 1990 è stato equiparato a laurea. Solo che io, in quel periodo, facevo già la sindacalista e non ho fatto la domanda. Ma l'ho riconosciuto immediatamente. Qual è il politico che di fronte ad un errore, invece di dare la colpa al proprio staff, chiede scusa per aver sbagliato?", ha spiegato.
"I manifesti anonimi" per chiedere le mie dimissioni "sì, mi fecero soffrire. Appena usciti c'è stato qualcuno che ha detto 'beh, qual è il problema?". A chi si riferisce, chiedono i conduttori, ai Cinquestelle? "No, non sono stati loro". La Lega? "Nemmeno. Non lo so…" Che tipo di studentessa era Valeria Fedeli? "Ero una brava studentessa, abbastanza secchiona. No, al massimo un otto. Ma non ho mai preso un quattro". A scuola passava i compiti? "No, a quel tempo non si usava, non si faceva copiare". La Fedeli studentessa ha mai 'bigiato' la scuola? "No – ha concluso a Rai Radio1 il Ministro -, non l'ho mai fatto".
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