Il presidente dell'Aiccre e del Ccre è intervenuto oggi a Siviglia
La Commissione europea ha proposto un ambizioso pacchetto che riconosce il ruolo degli enti locali nella transizione verso un'economia circolare. "Il CCRE accoglie con favore il pacchetto, ma suggerisce alcuni miglioramenti in termini di definizioni armonizzate per sviluppare una comprensione e metodologia comune che ci permetterà di raggiungere gli obiettivi di riciclaggio proposti. Inoltre, sottolineiamo la necessità di un sostegno finanziario adatto a tutte le autorità locali e regionali, qualunque sia la loro dimensione", così Stefano Bonaccini, Presidente dell'AICCRE e del CCRE, nel suo intervento di oggi 15 marzo a Siviglia, nel corso della Conferenza "Economia circolare: l'impegno delle città" , organizzato, tra gli altri, dalla sezione spagnola del CCRE (FEMP). Ai lavori stanno partecipando amministratori locali spagnoli ed europei, rappresentanti del governo spagnolo, esperti, ricercatori ed imprenditori. Presente anche Carla Rey, Segretario generale dell'AICCRE.
"Sappiamo tutti che l'intero pacchetto – compresa la revisione della direttiva sui rifiuti – è fondamentale per le autorità locali e regionali, ha proseguito Bonaccini. "Un'economia circolare, in cui il valore di prodotti, materiali e risorse è mantenuto nell'economia il più a lungo possibile e la generazione di rifiuti minimizzata, è necessaria per sviluppare un'economia efficace con un basso tenore di carbonio. Una transizione verso un'economia circolare rappresenta anche l'opportunità di trasformare l'economia e generare crescita e posti di lavoro. Fornirà, inoltre, un supporto essenziale per strategie rispettose del clima, riducendo al minimo i materiali, l'acqua e il consumo di energia, le emissioni di gas a effetto serra e garantendo che queste risorse siano esaminate attraverso l'economia".
Il Presidente del CCRE ha quindi ribadito alcune prese di posizione CCRE sul pacchetto: occorre promuovere il concetto della "governance in partenariato", "costruito su una collaborazione attiva e costruttiva tra tutti i livelli di governo e gli attori rilevanti per progettare e implementare soluzioni per le politiche e la legislazione. Accogliamo il fatto che la proposta della Commissione permette agli Stati membri di stabilire, mantenere o trasferire le responsabilità di raccolta dei rifiuti pubblici locali ai comuni". Bonaccini ha quindi manifestato il consenso all'eliminazione dei criteri quantitativi adottati la scorsa settimana dalla Commissione ENVI del Parlamento europeo: "la definizione di rifiuti urbani fornita dalla Commissione europea necessitava di essere ampliata per rendere l'attuazione delle politiche di rifiuto più snella".
Era essenziale infatti avere "una definizione armonizzata – con un metodo di calcolo standardizzato – per valutare come gli Stati membri stanno raggiungendo i loro obiettivi. Confidiamo inoltre che il Parlamento europeo migliori la definizione affermando che la direttiva si applica a prescindere dalla natura pubblica o privata del gestore". Il CCCRE, ha proseguito il Presidente, "è anche lieto che la Commissione abbia proposto un sostegno finanziario per la transizione verso l'economia circolare", attingendo a fonti di finanziamento europei, come il finanziamento europeo per gli investimenti strategici Strategic Investment (EFSI), i fondi strutturali europei, fondi di investimento (ESIFs) e Orizzonte Horizon 2020. Tuttavia, ha precisato Bonaccini "chiediamo ulteriori chiarimenti per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento per migliorare la gestione dei rifiuti e contribuire al raggiungimento di un'economia circolare.
Chiediamo un quadro finanziario adeguato ed efficace per aiutare le autorità locali e regionali a raggiungere gli obiettivi dell'UE". Il Presidente ha quindi rimarcato il fatto che gli enti locali e regionali stanno abbracciando sempre più i principi di un'economia circolare e possiedono una vasta esperienza nella gestione sostenibile dei rifiuti, aggiornando ed adattando le politiche, la condivisione della conoscenza e incoraggiando l'innovazione per i sistemi meno dispendiosi, ad esempio attraverso gli appalti pubblici ecocompatibili. "Nell'esaminare le chiavi per un'attuazione di successo di un'economia circolare con i nostri esperti, abbiamo notato, tuttavia, che è fondamentale ovunque il contributo di tutte le parti interessate attive nella catena (ad esempio progettisti, estrattori di risorse, produttori, distributori, consumatori, collezionisti di prodotti giunti al termine del ciclo di vita, acque usate, riciclatori, ecc)".
Devono comunque essere direttamente coinvolti anche gli attori che possono avere un'influenza diretta o essere direttamente coinvolti nella strategia di un'economia circolare dovrebbero essere implicati (ad esempio i cittadini, gli enti locali, sindacati, istituti di ricerca, istituzioni finanziarie, ecc.). "Quindi una particolare attenzione deve essere rivolta alla gestione di qualsiasi strategia locale o regionale. Il Patto dei Sindaci per il clima e l'energia è una dimostrazione molto concreta in questo senso. Fin dal suo inizio, il CCRE ha sostenuto questo movimento dal basso che è riuscito a mobilitare un gran numero di autorità locali e regionali a sviluppare piani d'azione e investimenti diretti verso misure di mitigazione del cambiamento climatico. In meno di dieci anni, il Patto esteso a migliaia di autorità locali e regionali – tra cui quasi tutte le capitali dell'Unione europea – e un numero crescente di soggetti interessati, affermandosi come uno degli esempi più emblematici di governance multilivello e di azione dal basso verso l'alto in Europa.
Oggi il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l'Energia ha adottato gli obiettivi UE 2030 e un approccio integrato per la mitigazione dei cambiamenti climatici". L'iniziativa, ha precisato Bonaccini, "è basata su un contesto solido per perfezionare le misure locali per arrivare in modo chiaro agli obiettivi e può aiutare anche la transizione all'economia circolare, riducendo le emissioni provenienti dallo spreco e dalla gestione delle acque di scarico, prodotti nei nostri municipi e regioni". Il Presidente del CCRE ha quindi rivolto la propria attenzione sui cittadini che "devono essere a bordo per garantire una solida transizione verso un'economia circolare, e le città – come il livello più vicino a loro – svolgere un ruolo importante nel loro coinvolgimento. Educazione e comunicazione sono le chiavi di una politica solidale che genera posti di lavoro e la crescita locale. Una transizione verso un'economia circolare è una responsabilità condivisa tra le autorità locali e regionali, il settore privato e i cittadini". Il processo di consultazione a livello locale e regionale è essenziale per motivare la popolazione ed assicurare il suo impegno. "Educazione e sensibilizzazione in materia di prevenzione dei rifiuti è ovviamente fondamentale.
Inoltre, gli incentivi finanziari sono stati attuate in diversi casi per motivare i cittadini ad un miglior riciclo. Infine, la comunicazione nei confronti dei cittadini in materia di gestione dei rifiuti, produzione e consumo avrà un impatto maggiore nel lungo termine sull'impegno dei cittadini". Se attuata in modo collaborativo e inclusivo, ha evidenziato Bonaccini, "un'economia circolare può anche rafforzare la coesione sociale e promuovere la base di economie locali e regionali forti basate sulla solidarietà ed ha il potenziale per sviluppare nuove opportunità di business con forti radici regionali e posti di lavoro che non saranno trasferiti. Così, attraverso le loro azioni, i comuni e le regioni spianano la strada verso una società più sostenibile per i cittadini".
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