"Emiliano raccoglie pezzi di società civile allontanatisi dal Pd, movimenti, giovani e il mondo dell'associazionismo"

 La candidatura di Andrea Orlando "arricchisce e rafforza il Pd. Un ottimo ministro, da tempo insofferente verso lo stile di conduzione politica di Renzi". Lo dice Francesco Boccia, fedelissimo di Michele Emiliano, parlando in una intervista alla Stampa della corsa alla segreteria del partito Democratico. "Quanto ai numeri – prosegue – non credo si ostacolino, sono due candidati diversi. Michele raccoglie pezzi di società civile allontanatisi dal Pd, movimenti, giovani e il mondo dell'associazionismo. Orlando può fermare l'emorragia in corso di gruppi dirigenti che non credono più in Renzi".

Boccia critica i tempi stretti per il Congresso, con la data probabile del 9 aprile: "Il comitato per le regole congressuali è partito con diciotto persone, uno per Emiliano, uno per Orlando e sedici per Renzi. Se questa è democrazia…". "Invece di accogliere l'appello dei mediatori come Cuperlo – aggiunge – Renzi si chiude nel bunker e per paura cerca di ridurre i tempi a disposizione dei suoi avversari, che devono far conoscere le loro idee in tutto il paese". A proposito del viaggio negli Stati Uniti di Renzi, Boccia vuole dargli un consiglio: "siamo già nella fase in cui l'economia digitale è chiamata dalla sinistra ai modelli redistributivi. Andarsene è un'altra dimostrazione della scarsa considerazione che ha della sua comunità e del suo partito: con una scissione dolorosissima alle porte di personalità come Bersani, prova a far passare l'idea che la politica è litigiosa e cattiva e lui invece fa il fighetto in California. Un leader resta a casa e ascolta. E se proprio decidi di andare in Silicon valley, vai lì per dirgli a muso duro che se vogliono fare affari in Italia devono pagare le tasse qui per abbassarle alle nostre imprese".

Per quanto riguarda le differenze di politiche tra Renzi ed Emiliano, Boccia ha le idee chiare: "basta prendere tre capisaldi come fisco, welfare, Europa. Per noi la progressività è un valore, per lui dopo l'Imu-prima casa tolta pure ai ricchi, pare di no. Sul welfare noi siamo per diritti garantiti a tutti, lui per bonus ad alcuni; noi siamo per un'Europa politica vera e lui un giorno si accorda con la Merkel e il giorno dopo fa il populista. Può bastare? Ma voglio aggiungere una cosa sul modello di partito – conclude – se diventasse segretario Emiliano, il Pd sarà aperto a tutti: a Civati, ai tanti andati via come Fassina, a Vendola e De Magistris, a D'alema e Bersani. Insomma, tutti quelli che si sentono rappresentanti della sinistra italiana".
 

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