L'ex premier alla minoranza: "Non ci saranno altri rinvii, chi ha paura lo dica". Bersani: "Scissione? Vedremo"
La direzione del Pd ha approvato l'ordine del giorno sostenuto da Mirabelli, Ermini ed altri che approva la relazione di Matteo Renzi e impegna il presidente a convocare l'assemblea nazionale, cui spetterà poi la decisione ultima sui tempi del congresso. Il testo ha avuto 107 voti favorevoli e 12 contrari e 5 astensioni.
L'INTERVENTO DI RENZI. "Non possiamo più prendere in giro la nostra gente, potete prendere in giro me ma non la nostra gente. Nel pieno rispetto dello statuto, con le stesse regole dell'ultima volta" si faccia il congresso. "Si chiude un ciclo alla guida del Pd", ha detto il segretario Pd, nel corso del suo intervento alla direzione dem.
"Se vai su Google e digiti 'Resa dei conti del Pd' emerge un dato sconvolgente. Anche basta amici e compagni". "Agli amici e compagni della minoranza voglio dire che mi dispiace se costituisco il vostro incubo, ma voi non sarete mai il mio avversario, gli avversari non sono in questa stanza, ma fuori da essa".
"'Si dice o fai il congresso prima delle elezioni o me ne vado', mi sembra un ricatto morale e sono difficilmente incline a cedere ai ricatti, ma credo che sia buon senso di chi ha la responsabilità accettare il congresso prima delle elezioni", ha dichiarato Renzi.
"Si può fare un congresso con una legge elettorale in itinere? L'altra volta non solo c'era una legge elettorale pendente, ma c'era un giudizio della Consulta pendente e un deputato in sciopero della fame. La legge elettorale non è un elemento ostativo al congresso, né per lo statuto né al buon senso", ha detto replicando agli interventi che si sono susseguiti nel corso della direzione dem.
"Se qualcuno ha paura del congresso lo dica. Avete chiesto il congresso? Venite, con il sorriso sulle labbra. Ulteriori rinvii non sarebbero capiti nemmeno dalla nostra gente".
I DUBBI DI BERSANI. "Io sono preoccupato. Dobbiamo vedere se, a prescindere da quello che abbiamo pensato, che è improponibile, a questo tornante c'è qualcosa che ci tenga assieme", ha dichiarato Pier Luigi Bersani, intervenuto in direzione Pd, dopo la relazione di Renzi.
"No a un congresso cotto e mangiato con una spada di Damocle sul nostro governo mentre dobbiamo fare la legge elettorale e mentre dobbiamo fare le elezioni amministrative. Non è il messaggio giusto da dare al Paese. Siamo il partito che governa, dobbiamo garantire che la legislatura abbia il suo compimento normale e che il governo governi correggendo qualcosa che abbiamo fatto e che il congresso si faccia nel suo tempo ordinario cioè da statuto parte a giugno e si conclude a ottobre, sarebbe questa la cosa più normale. Non ho sentito dire se vogliamo accompagnare il governo fino alla fine della legislatura", ha detto lasciando la direzione Pd. E ai cronisti che gli chiedevano se la minoranza sia pronta a una scissione: "Adesso vedremo".
MINORANZA ALL'ATTACCO. Intanto la frastagliata minoranza va all'attacco scagliandosi contro diverse misure 'renziane' , a partire dal Jobs Act e dalla Buona Scuola. Enrico Rossi, governatore della Toscana, pronto a correre per la segreteria del Partito democratico, chiede le dimissioni dell'ex premier: "Renzi si dimetta, come fece Bersani. E si vada a un congresso vero e lungo, con un segretario di garanzia". Ha aggiunto: "Per definire la situazione, potrei usare un termine da presidente emerito: aberrante. Ma non mi permetto. Perché aberrante? Da una parte, per il modo in cui reagisce Renzi, con la coazione a ripetere della personalizzazione. Dall'altra, per il modo in cui molti spingono per la rottura". Gianni Cuperlo in una intervista a Repubblica ha sottolineato che "il congresso è la via più limpida per tutti, l'ho chiesto dal 5 dicembre". Il leader della sinistra interna ha aggiunto: "Al voto, però, vorrei che arrivassimo avendo fatto alcune cose. Le leggi sui minori stranieri non accompagnati, lo ius soli e il testamento biologico, le misure contro la povertà e i voucher. E una buona legge elettorale che tenga assieme rappresentanza e governabilità. Quindi bene un congresso vero, non una conta di schede, e alle urne quando le regole consentiranno di non precipitare nelle larghe intese". Cuperlo è stato contestato da alcuni simpatizzanti del Pd mentre arrivava in direzione in via Alibert. "Voi volete la testa di Renzi e basta", gli hanno gridato. "Siete sicuri? Io ho fatto opposizione nel modo più leale", ha risposto Cuperlo.
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