A dirlo, intervistato da Repubblica, è Gianrico Carofiglio, scrittore, magistrato ed ex parlamentare, il cui nome circola tra quelli a cui Renzi potrebbe chiedere un aiuto nella nuova segreteria del Pd

 Il Pd "ha fatto una serie notevole di cose buone, lo dico io che per due volte non ho votato Renzi. Eppure il governo non le ha sapute comunicare". A dirlo, intervistato da Repubblica, è Gianrico Carofiglio, scrittore, magistrato ed ex parlamentare, il cui nome circola tra quelli a cui Renzi potrebbe chiedere un aiuto nella nuova segreteria del Pd. Le "cose buone" per Caeofiglio sono, ad esempio, "le vertenze di lavoro risolte, almeno 150, con migliaia di posti di lavoro salvati. La legge sul cosiddetto "dopo di noi", la legge sull'autismo, il divorzio breve". Matteo Renzi, però, ha avuto una mancanza grave, quella di dare "all'esterno una percezione autoreferenziale e di poca attenzione alla diversità".

Tra i candidati alla guida del partito Carofiglio apprezza "Enrico Rossi, presidente della Toscana e Roberto Speranza: del primo condivido molti contenuti, a lui dobbiamo il recupero della parola socialismo, anche se pochi se ne sono accorti. Di Speranza, per cui nutro simpatia personale, pur condividendo alcuni contenuti, contesto una strategia che sta diventando troppo divisiva, oltre i confini della dialettica interna".
 

Nonostante le difficoltà in cui si trova in Pd, per Carofiglio è possibile ricominicare, "ripensando" il partito. "A Renzi – dice – consiglio la lettura di un libro dell'ad della Pixar in cui racconta un'organizzazione basata sulla diversità e sul valore dell'errore come strumento di progresso. L'organizzazione non deve essere rigida, deve essere un organismo in movimento". Inoltre, conclude, "bisogna riprendere a parlare con tutti i soggetti della società, a cominciare proprio dagli intellettuali, quelli che a Roma sono stati sedotti dai 5 Stelle".
 

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