Nel discorso di fine anno del capo dello Stato l'invito all'unità di fronte alle crisi, dal terremoto al terrorismo alla politica interna

"Abbiamo vissuto insieme momenti dolorosi. Dall'assassinio di Giulio Regeni, mentre svolgeva, al Cairo, la sua attività di ricercatore, alla morte, in Spagna, delle nostre ragazze che studiavano nel programma Erasmus. Dalla strage di Dacca a quella di Nizza, con nostri connazionali tra le vittime. Dal disastro ferroviario in Puglia al terremoto che ha sconvolto le Regioni centrali, provocando tanti morti". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno agli italiani ripercorre i momenti più significativi del 2016, ricordando le vittime del sisma e quelle del terrorismo, come Fabrizia Di Lorenzo, morta nella strage di Berlino. "L'equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile – avverte Mattarella -, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte". "Un pensiero di sostegno – è il messaggio del capo dello Stato – va rivolto ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza".

"Il problema numero uno del Paese – ammonisce Mattarella – resta il lavoro. Nonostante l'aumento degli occupati, sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini". Il presidente della Repubblica ha poi dedicato un pensiero particolare ai giovani: "La vostra è la generazione più istruita rispetto a quelle che vi hanno preceduto. Avete conoscenze e potenzialità molto grandi. Deve esservi assicurata la possibilità di essere protagonisti della vita sociale". Quelli che decidono di lavorare o studiare all'estero, "meritano, sempre, rispetto e sostegno". "Ma deve essere una scelta libera. Se si è costretti a lasciare l'Italia per mancanza di occasioni, si è di fronte a una patologia, cui bisogna porre rimedio".

Poi, il riferimento alla situazione politica post referendum del 4 dicembre, per arginare le polemiche di chi sarebbe voluto andare a elezioni subito: "Non vi è dubbio che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra. Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria". Occorre, ricorda Mattarella, che vi siano "regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge. Queste regole, oggi, non ci sono". "Con regole contrastanti tra loro chiamare subito gli elettori al voto sarebbe stato, in realtà, poco rispettoso nei loro confronti e contrario all'interesse del Paese. Con alto rischio di ingovernabilità. Risolvere, rapidamente, la crisi di governo era, quindi, necessario sia per consentire al Parlamento di approvare nuove regole elettorali sia per governare problemi di grande importanza che l'Italia ha davanti a sé in queste settimane e in questi mesi".

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