Per quanto riguarda la legge elettorale, "ho cercato di ridurre le distanze almeno sulle regole della rappresentanza e di tenere unito il Pd
"Un ko severo. Mediare sull'Italicum mi è costato fatica". Così Gianni Cuperlo, sulle pagine del Corriere della Sera, parla della sconfitta al referendum del premier Matteo Renzi. "Io ho cercato di tenere unito il Pd: in questo senso non mi sento sconfitto. Ho difeso una coerenza". Alla domanda sul perché secondo lui abbia vinto il No, Cuperlo risponde: "E' una sconfitta severa. Immaginare di guidare la rivolta contro la casta mentre si è seduti sulla poltrona più alta del governo si è rivelata una mossa sbagliata". Sul fatto che gli elettori del Pd siano stati determinanti nel bocciare la riforma, Cuperlo chiarisce: "E' stata la larga maggioranza di chi ha votato. Sugli elettori del Pd vedremo, la mia impressione è che una buona parte ha votato Sì. Ma il campo del centrosinistra era diviso e un pezzo ampio del Paese ha espresso un giudizio negativo sul governo e sul premier". Sull'unità del Pd, Cuperlo precisa: "Prima del partito mi preme l'unità di un Paese lacerato da sette mesi estenuanti. Ora la parola chiave deve essere ricostruzione".
Per quanto riguarda la legge elettorale, "ho cercato di ridurre le distanze almeno sulle regole della rappresentanza e di tenere unito il Pd. Quella mediazione che a me è costata fatica e che mi ha portato a scegliere la via della lealtà votando Sì non è stata colta fino in fondo. Il brusco risveglio dice che anche quello è stato un errore che si poteva e doveva evitare. Ora dobbiamo andare a fondo nella discussione: i contenuti di quell'accordo vanno tradotti in una legge che avrebbe una larga maggioranza in Parlamento".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata