"La società americana si è spaccata in due, c'è stata una reazione negativa del sottosuolo"

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti e questo "è certamente un problema per l'America, e gli americani, ma lo è soprattutto per l'Europa e per il mondo". Ne è convinto Emanuele Macaluso, storico dirigente Pci, che commenta così con LaPresse l'esito delle presidenziali Usa. Novantadue anni, sette mandati alle spalle – quattro da senatore e tre da deputato tra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta – ha l'abitudine di svegliarsi presto e leggere i giornali, "anche se questa mattina ho acceso la tv".

Cosa è successo?
La società americana si è spaccata in due, c'è stata una reazione negativa del sottosuolo, una ribellione contro l'establishment. Questa ribellione è stata affidata a Donald Trump e questo è un fatto molto negativo per tutti.

Il leader repubblicano sarà in grado, come ha detto di voler fare, di essere il presidente di tutti?

Trump non è in grado di lanciare un ponte verso il Partito democratico, di confrontarsi con i suoi avversari. Il problema non è solo per gli Stati Uniti, ma anche per l'Europa e per il mondo.

Cosa succede adesso tra Washington e Bruxelles?  

Il rapporto Europa-Stati Uniti è stato essenziale ed è ancora essenziale. Non credo che questa amministrazione possa farsene carico. Dalla campagna elettorale di Trump è emersa una cultura che io vedo al di fuori di ogni possibile normalizzazione.

Trump entra alla Casa Bianca, il Regno Unito esce dall'Europa e nel Vecchio continente crescono i populismi…
È un processo che io vedo mondiale. L'Europa sta affrontando una crisi profonda. Lo vediamo in la Francia con la Le Pen, in Turchia, nei Paesi dell'Est che vogliono alzare muri, con l'ingovernabilità in Spagna, per arrivare all' Italia con il grillismo e Salvini. La situazione in Europa è molto preoccupante. L'Unione Europea non ha più il consenso e il prestigio che aveva un tempo, siamo in una fase negativa.

Cosa sbagliato Hillary Clinton?  

Forse a questo punto bisogna ammettere che era sbagliata la candidata. I democratici hanno sottovalutato il logoramento della Clinton, che era stata già battuta da Obama e non ha mai intercettato la preferenza dei giovani americani.
 

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