E a Stefano Parisi: "Fi bocciò modifiche". Lui replica: "Non è il mio partito"

Primo confronto in tv sul Referendum per Stefano Parisi, l'uomo designato da Silvio Berlusconi per ricompattare il centrodestra. Il salotto è quello di Bruno Vespa a 'Porta a Porta', il faccia a faccia con una agguerrita Maria Elena Boschi, titolare della riforma costituzionale su cui gli italiani saranno interrogati il 4 dicembre. L'ex manager di Fastweb e oggi presidente di 'Energie per l'Italia' mette subito in chiaro: "Forza Italia non è il mio partito", quando il ministro gli rimprovera di sostenere oggi modifiche che il partito di Silvio Berlusconi "bocciò in Parlamento". Il dibattito è acceso, ma il confronto, ai punti, sembra averlo vinto la Boschi.

Parisi contesta più volte al governo di aver partorito "una riforma che crea solo confusione" e che "non dá stabilità al Paese". "Voto NO a questa riforma e invito a votare NO – spiega – perché questa riforma non affronta i problemi veri della forma di governo. Abbiamo bisogno di un governo più forte e stabile. E certo di processo legislativo più veloce. Ma si deve inserire in concetto più vasto". Questa legge,áaggiunge non "enfatizza i poteri" del presidente del Consiglio, "Renzi in maniera subdola ha invece rafforzato i poteri con la legge elettorale". Parisi ribadisce poi che il suo dissenso alla Riforma non è legato alla persona del premier Matteo Renzi, che peròáse vincesse il No "sarebbe coerente da parte sua che si dimettesse".

Boschi non si lascia scappare la replica con tanto di annuncio soprattutto quando Parisi rimprovera al governo un futuro Senato lasciato allo sbando e destinato al fallimento. I nuovi senatori li sceglieranno i cittadini, conferma il ministro con un chiaro "esatto" e "faremo una legge in questo senso. Appena entrerà in vigore la riforma costituzionale noi faremo subito la legge elettorale per il Senato. Lo deve fare questo Parlamento". Comunque, ricorda il ministro se "Renzi si dimette o no non è il tema di questo referendum".

Altro tema di confronto è quello sul quesito del referendum, oggi oggetto di un ricorso al Tar del Lazio, firmato Sinistra italiana e M5S. Boschi su questo attacca le opposizioni "avrei capito una polemica se ci voleva una laurea per capire il quesito, ma qui è molto chiaro. La polemica potrebbe esserci se ci fosse qualcosa di non corretto" il quesito "risponde alla verità del contenuto della riforma, non si può avere paura della verità". Per Parisi invece, così come formulata, nella domanda che si pone agli italiani "ci sono frasi specifiche che inducono un po' a votare SI. Un quesito più asettico sarebbe stato meglio. Certamente non centra nulla il presidente della Repubblica".

Sulla legge elettorale un passaggio rapido e un secco "sì siamo pronti a cambiarla" del ministro che conferma quanto detto dallo stesso premier: "L'Italicum c'è finché in Parlamento non si trova una maggioranza, mi auguro larga, per cambiarlo". Quanto alle possibili modifiche come la svolta del premio di maggioranza alla coalizione Boschi chiosa: "Non discuto ora nel merito, per rispetto alla scelta di avere una discussione ampia in Parlamento tra i gruppi, senza che ci sia il governo che dice una cosa piuttosto che un'altra".
 

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