"Il governatore toscano Rossi potrebbe fare il segretario e Renzi il presidente”
Il renzismo ha fallito su più fronti, "ora attendo alla prova la direzione" del Partito democratico di venerdì. E' questa la sintesi degli effetti che il voto delle amministrative hanno avuto sul Nazareno, secondo Achille Occhetto. Ultimo segretario del Partito comunista italiano e il primo segretario del Partito democratico della sinistra, Occhetto a LaPresse ci tiene però a dire: "Faccio fatica a partecipare alla mattanza generale che c'è in questo momento nei confronti del Partito democratico, perchè ritengo che sia necessaria una discussione di fondo, che coinvolga tutta la società italiana. Siamo di fronte ad un evento che pone in crisi tutte le tradizionali forze politiche e che segnala un distacco uno scollamento con gran parte del popolo italiano".
Il referendum costituzionale rischia di essere quindi il funerale politico di Renzi in queste condizioni? "Il referendum su se stesso e il no di D'Alema sono facce della stessa medaglia: uno scontro interno sulla pancia del popolo italiano". Occhetto ribadisce infatti che "il cambiamento della Costituzione non riguarda nè Renzi nè D'Alema, nè la minoranza nè la maggioranza del partito, ma solo il Paese". E come uscirne allora? "Direi a Renzi di avere un ripensamento, sentire dei costituzionalisti e portare delle correzioni interessanti all'Italicum". Secondo l'ex segretario, Renzi "ha fatto un errore madornale: determinare una sorta di plebiscito sul suo nome legandolo alla riforma Costituzionale: o disinnesca questo, e siamo molto in ritardo, o la situazione di crisi continuerà. Cancellare il referendum è una soluzione limite e non credo lo faccia, ma si può derubricare lo scontro plebiscitario e intanto dimostrare una apertura alle critiche di gran parte di costituzionalisti innovatori".
Quello che appare chiaro a Occhetto è "lo scollamento" che il partito ha "con le periferie e la parte più povera" del Paese, quello che invece "dovrebbe più interessare" al Partito democratico. Il risultato è quindi tutto frutto di una politica affidata a 'un uomo solo al comando'? "No, anche la sinistra interna deve porsi questi problemi non c'è un solo responsabile nei cambiamenti di un partito che ha cambiato la pelle".
Sicuramente, ragiona Occhetto, al Nazareno si dovrebbe cambiare il sistema con "un presidente candidato premier e un segretario che si occupi a tempo pieno del partito. Una riforma interessante – spiega – che implicherebbe di dare al segretario la funzione di gettare oltre l'ostacolo i compiti della legislatura, che sono del governo, per affrontare quei temi strategici di fondo che ricolleghino il partito alle masse popolari". E in questo scenario l'ex leader comunista vedrebbe "bene il governatore della Toscana Rossi segretario e Renzi presidente. Tutto però in una rivisitazione complessiva".
Protagonista della svolta della bolognina, quando dal Pci si passò al Pds, Occhetto mette in evidenza come il partito arrivati a questo punto "dovrebbe partire dalla consapevolezza del fatto che ci troviamo di fronte ad un evento che richiede un profondo ripensamento strategico" e che "la direzione del Partito democratico dovrebbe dimostrare di avere questa consapevolezza di profonda trasformazione del sistema politico italiano". Il partito della nazione è "svanito", dice Occhetto, perché ci troviamo di fronte a una "tripolarizzazione dell'elettorato" che sceglie "l'astensione o i 5 Stelle". Con l'Italicum, così come è stato pensato da Renzi, aggiunge l'ex segretario del Pci, "i 5 Stelle sono in una botte di ferro in caso di ballottaggio" perché vincerebbero sia con il Partito democratico sia con la destra, visto che i voti sia dell'uno che dell'altro si riverserebbero a favore dei grillini. "Questo mi raccapriccia in modo particolare", Occhetto non ha problemi a dirlo, e non ha dubbi sul fatto che "l'idea di passare dal bipolarismo al bipartitismo è ormai messa in discussione".
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