"Beppe Grillo - spiega il docente universitario - deve di nuovo tornare al centro perché c'è il rischio che con le nuove forze possa esplodere"

"Non credo possa esserci un mio riavvicinamento al Movimento Cinque Stelle perché le critiche che avevo avanzato nei suoi confronti partivano dalla constatazione che si stava trasformando in un 'partito di lotta e di governo'. E da questo fronte non credo ci saranno cambiamenti". Lo afferma a LaPresse il filosofo Paolo Becchi, considerato per anni l'ideologo dei pentastellati prima del suo addio al Movimento, annunciato lo scorso gennaio. "Beppe – spiega il docente universitario – deve di nuovo tornare al centro perché c'è il rischio che con le nuove forze possa esplodere. Bisogna cercare unità nel nome di Grillo che dovrebbe ritornare al centro. Io non torno indietro, non vedo cambiamenti di prospettiva. Il sogno di Casaleggio è andato lentamente morendo con lui".

Per Becchi, quindi, "si è spento il suo sogno fondato su una democrazia diretta e ora c'è un partito. A me non basta questo, credevo in un Movimento che voleva cambiare la democrazia. La svolta è maturata con la malattia di Casaleggio alla fine del 2014. Dopo le elezioni europee c'è stata una decisione di cambiare le cose dotandosi di una struttura, una scelta che andava proprio nella direzione di una ristrutturazione di tipo partitico". Il filosofo poi predice una vittoria schiacciante dei pentastellati alle amministrative. "Ci sarà un grandissimo successo alle amministrative prossime. Spero che poi non ci sia un candidato leader unico ma credo che finirà così. Della democrazia fondata sulla rete e sugli istituti di democrazia diretta come i referendum non ne sento pià parlare tra i pentastellati. Per me il Movimento è diventato troppo ambiguo su temi chiave e mentre sul breve periodo ci sarà una vittoria, sul lungo periodo l'ambiguità è un problema. Casaleggio – conclude il filosofo – aveva una visione molto chiara. Il movimento non ce l'ha".
 

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