Il governo ha incassato il primo sì sulle unioni civili. L'aula del Senato ha votato la fiducia sul maxi-emendamento al ddl Cirinnà con 173 sì (compresi i verdiniani), 71 no e nessun astenuto. Il provvedimento, senza stepchild adoption, passa quindi alla Camera. "Ho rischiato l'osso del collo", ha commentato in un colloquio con Repubblica il premier Matteo Renzi. "E' un giorno importante per il Parlamento italiano: uguali diritti per le coppie omosessuali ed eterosessuali. E' un passo in avanti dell'Italia verso i Paesi occidentali, ma è anche un inizio di lavoro sui diritti civili. Faremo infatti una legge sulle adozioni, sullo ius soli e sul fine vita", ha annunciato il capogruppo Pd Zanda. L'accordo raggiunto nella maggioranza sul maxi-emendamento del governo, su cui è stata posta la questione di fiducia, prevedeva l'eliminazione della stepchild adoption e dell'obbligo di fedeltà per le coppie gay. Area Popolare (Ncd e Udc) si intesta la vittoria politica. E se Renzi parla di "fatto storico per l'Italia", Alfano da Bruxelles è decisamente diretto: "Sulle unioni civili ha vinto il buonsenso. Abbiamo bloccato ciò che non è permesso in natura".