Alfano, Ncd, apre: Se ci dovesse essere con il premier un accordo sui contenuti potremmo porre la fiducia
Sulle unioni civili la strada è tracciata: maxi-mendamento con stralcio della stepchild adoption e questione di fiducia. Ieri il segretario Dem e premier Matteo Renzi aveva indicato due possibili soluzioni per uscire dallo stallo in cui è finito il ddl Cirinnà rimandando la decisione all'assemblea dei senatori democratici, convocata per domani alle 13, ma a questo punto non ci sarà quindi nulla da decidere domani a palazzo Madama, visto che Renzi presenterà ai parlamentari l'unica soluzione possibile, in assenza di alternative. Una soluzione che non piacerà alla minoranza Dem, che già aveva espresso in giornata malumori su un possibile asse con Ap e la conseguente eliminazione dell'adozione del figlio del partner.
Il Partito democratico quindi ha scelto di stralciare l'articolo 5 del ddl Cirinnà e far approvare la legge con un accordo di maggioranza, accogliendo anche se solo in parte le richieste di Ncd. In questo modo, spiegano fonti vicine a Renzi, si tenterà di mettere in sicurezza i diritti per le coppie omosessuali e blindare l'articolo 2 e 3 del provvedimento. Ma su quest'ultimo punto non è detto che ci sia il benestare dei centisti. Di fatto mentre a palazzo Chigi si lavora al maxi-emendamento, fonti parlamentari, spiegano che la sintesi dovrà essere discussa e su cui si dovrà aprire un confronto con gli alleati della maggioranza. Insomma Ap portato a casa lo stralcio dell'articolo 5, confermano alcuni senatori vicini ad Angelino Alfano, non intende rinunciare ad agire anche su quella parte della legge i cui matrimonio e unioni civili sono troppo omologate. Insomma la partita non è ancora chiusa, anzi fanno sapere dal gruppo dei centristi "nulla ancora è già scritto". Oggi comunque il leader di Ap si è detto "soddisfatto del fatto che stia prevalendo il buon senso".
Domani si preannuncia infatti una giornata ricca di incontri, riunioni e faccia a faccia a palazzo Madama e non è escluso che Renzi e Alfano, che secondo alcuni si sono già visti per definire come uscire dal pantano in cui è finito il ddl, si rivedano per sancire l'accordo.
Intanto il Movimento 5 Stelle si ritroverà alle 11 e a questo punto dovrà prendere atto di essere uscita dalla partita. Lo stesso Renzi aveva spiegato che il Pd ha 112 voti: "Occorre arrivare a 161. Occorre trovarne altri 49 o 50. Di conseguenza serve l'accordo di qualcun altro e non basta un solo partito".
Soddisfatta anche la madrina del provvedimento, Monica Cirinnà che ha sottolineato: "Sulle unioni civili da due anni giochiamo a scacchi e l'emendamento del governo può farci fare scacco matto. A chi? A tutti coloro che in modo dichiarato o in maniera subdola hanno ostacolato l'iter e a chi ci sfida al voto in aula con l'unico triste risultato di non averci fatto votare l'emendamento Marcucci che avrebbe messo al riparo i contenuti fondanti della legge compresa la stepchild adoption". Anche l'autore del 'canguro', Andrea Marcucci saluta positivamente il maxi-emendamento definendolo "la strada più sicura per approvare le unioni civili. Il Pd non vuole correre il rischio di un iter lungo che potrebbe essere nuovamente condizionato dai cambi di passo del M5S. Il testo del governo deve recepire l'impianto previsto dal ddl Cirinnà".
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