La sentenza non dovrebbe arrivare prima dell'agosto del 2018

Il braccio di ferro tra Italia e India sul caso dei due marò raggiunge oggi i quattro anni. E la vicenda per i due fucilieri italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo della coste del Kerala il 15 febbraio 2012, non sembra vicina alla conclusione. Anche se ora la questione è passata dai tribunali indiani alla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell'Aja, la sentenza non dovrebbe arrivare prima dell'agosto del 2018. Per Girone saranno ormai sei anni di lontananza dalla famiglia (ora il marò si trova nell'ambasciata italiana di Nuova Delhi). Resterà invece in Italia fino almeno al 30 aprile Massimiliano Latorre, rientrato a casa dopo l'ictus che l'ha colpito il 31 agosto 2014.

In attesa che il 30 e 31 marzo la corte dell'Aja esamini la richiesta di Roma per un trasferimento di Girone in Italia, ecco le tappe principali della vicenda.

15 febbraio 2012 – Al largo delle coste indiane del Kerala, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie naviga verso l'Egitto, con un equipaggio di 34 persone e con a bordo 6 fucilieri di marina. Verso le 16.30, ora locale, l'Enrica Lexie incrocia un'imbarcazione e i marò a bordo, convinti di trovarsi sotto attacco pirata, sparano in direzione dell'altra nave. Vengono uccisi invece due pescatori indiani, Jelestine e Ajeesh Pinku, a bordo del peschereccio St. Antony. L'incidente avviene in acque internazionali. Il comandante dell'Enrica Lexie, Umberto Vitelli, asseconda le richieste della guardia costiera indiana e attracca nel porto indiano di Kochi.

17 febbraio 2012 – L'Enrica Lexie viene posta in stato di fermo.

19 febbraio 2012 – La polizia del Kerala arresta Massimiliano Latorre e Salvatore Girone con l'accusa di aver sparato ai due pescatori. In stato di fermo anche il capitano, Umberto Vitelli.

20 febbraio 2012 – I due marò sono tenuti in custodia giudiziaria per 14 giorni, fino al 5 marzo. L'Italia ribadisce che i due fucilieri possiedono l'immunità dalla legge indiana dato che la petroliera si trovava in acque internazionali quando si è verificato l'incidente.

21 febbraio 2012 – Roma decide di inviare in India il sottosegretario di Stato del ministro degli Esteri, Staffan De Mistura.

22 febbraio 2012 – L'Italia, attraverso il console generale Gianpaolo Cutillo, presenta una petizione all'Alta Corte del Kerala chiedendo di annullare la denuncia presentata contro i marò per difetto di giurisdizione dei tribunali indiani e per immunità dei militari italiani.

25 febbraio 2012 – Un team della polizia del Kerala effettua una perquisizione a bordo della Enrica Lexie e sequestra le armi trovate.

1 marzo 2012 – L'Italia informa l'India di aver avviato un procedimento penale contro i marò nel quadro della legge che potrebbe portare a una pena detentiva non inferiore a 21 anni.

7 Marzo 2012 – Il primo ministro italiano Mario Monti chiama il premier indiano Manmohan Singh esprimendo 'rammarico' per l'incidente.

19 marzo 2012 – Il tribunale di Kellam estende la custodia giudiziaria dei marò per altri 14 giorni, fino al 2 aprile.

20 aprile 2012 – Viene raggiunto un accordo extragiudiziale con gli eredi legali dei due pescatori uccisi (Doramma, moglie di Valentine, coi suoi due figli minorenni, e le due sorelle di Ajeesh Pink) in base al quale l'Italia s'impegna a pagare una compensazione di dieci milioni di rupie (142mila euro) per ognuna delle due vittime. Sia l'Italia che gli eredi dei pescatori indiani presentano una petizione all'Alta Corte del Kerala per ottenere l'approvazione dell'accordo.

24 aprile 2012 – L'Alta Corte del Kerala approva l'accordo economico raggiunto dall'Italia con gli eredi legali dei due pescatori indiani uccisi.

30 aprile 2012 – La Corte Suprema dell'India dichiara illegali gli accordi economici extragiudiziali raggiunti dall'Italia con i parenti dei pescatori indiani uccisi e il proprietario del peschereccio St. Antony considerandoli un mezzo per cercare di aggirare il sistema giudiziario indiano tacitando le parti offese con la profferta di denaro.

2 maggio 2012 – La nave Enrica Lexie, ancora sotto sequestro nel porto di Kochi e con a bordo gli altri quattro fucilieri, viene rilasciata su decisione della Corte Suprema indiana dietro la garanzia da parte dell'Italia che i quattro fucilieri sarebbero comparsi, se richiesti, dinnanzi alle autorità giudiziarie o altra autorità pubblica indiana.

18 maggio 2012 – I due marò vengono accusati di omicidio.

30 maggio 2012 – L'Alta Corte del Kerale concede il rilascio su cauzione per Latorre e Girone. I due vengono formalmente rilasciati il 2 giugno, dopo 105 giorni di detenzione.

22 dicembre 2012 – Latorre e Girone volano in Italia per le feste di Natale. Rientreranno in India il 4 gennaio 2013.

18 gennaio 2013 – La Corte Suprema indiana sostiene che lo Stato del Kerala non abbia giurisdizione per procedere contro i due marò italiani e che solo una Corte speciale potrà decidere sulla questione della giurisdizione, e cioè se i due militari dovranno essere processati in India o in Italia, dato che secondo la Corte 'i marò non godevano di quella immunità sovrana' che avrebbe determinato automaticamente la giurisdizione italiana.

22 febbraio 2013 – Ai due fucilieri viene dato un permesso per tornare in Italia in occasione delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.

11 marzo 2013 – L'Italia si rifiuta di far tornare in India i due marò.

12 marzo 2013 – In risposta l'India limita la libertà personale dell'ambasciatore italiano nel Paese, Daniele Mancini, impedendogli di lasciare il Paese.

21 marzo 2013 – Il governo italiano dichiara che i due militari torneranno in India dopo aver avuto garanzia che su di loro non sarà applicata la pena di morte.

20 agosto 2013 – I due fucilieri si rifiutano di comparire come testimoni alla National Investigation Agency, ente centrale creato dal governo indiano per combattere il terrorismo in India.

18 febbraio 2014 – L'udienza davanti alla Corte Suprema indiana si conclude con un rinvio. Per protesta il ministro degli Esteri Emma Bonino richiama in Italia l'ambasciatore Daniele Mancini.

24 aprile 2014 – Il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini annuncia il ritiro dell'inviato del governo Staffan de Mistura, il ritorno a Nuova Delhi dell'ambasciatore Daniele Mancini e la costituzione di una commissione di esperti con carattere giuridico.

1 settembre 2014 – Massimiliano Latorre, colto da un ictus, viene ricoverato nel reparto di neurologia di un ospedale di Nuova Delhi.

12 settembre 2014 – Latorre torna in Italia per 4 mesi per motivi di salute.

16 dicembre 2014 – La Suprema Corte indiana rifiuta le richieste di Massimiliano Latorre di poter restare in Italia altri due mesi, e di Salvatore Girone di poter tornare in Italia per il periodo natalizio.

20 marzo 2015 – L'Italia solleva la questione dei due fucilieri con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, il cui ufficio ribadisce che la posizione Onu di risolvere la questione a livello bilaterale tra India e Italia 'rimane invariata'.

9 aprile 2015 – La Corte Suprema indiana concede a Massimiliano Latorre il permesso di rimanere in Italia fino al 15 luglio.

26 giugno 2015 – L'Italia attiva l'arbitrato internazionale sul caso dei marò nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, rivolgendosi, quindi, al Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo.

24 agosto 2015 – In merito alla richiesta di misure provvisorie presentata dall'Italia, il Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo stabilisce che, in attesa delle decisioni del tribunale arbitrale, 'Italia e India devono entrambe sospendere ogni procedimento giudiziario e astenersi dall'iniziarne di nuovi'.

26 agosto 2015 – La Corte Suprema indiana sospende tutti i procedimenti giudiziari contro i marò, fissando una nuova udienza sul caso per il 13 gennaio 2016, due giorni prima della scadenza della proroga del permesso concesso a Massimiliano Latorre di restare in Italia.

11 settembre 2015 – Una svolta nel caso sembra arrivare dai documenti dell'autopsia sui due pescatori: i proiettili che hanno colpito a morte i due pescatori indiani non sarebbero quelli in dotazione ai militari italiani. La pallottola estratta dalla testa di una delle vittime indiane è lunga 31 millimetri, molto più grande delle munizioni calibro 5 e 56 Nato in dotazione ai marò, lunghe appena 23 millimetri.

6 novembre 2015 – Su richiesta italiana, la questione viene posta all'attenzione della Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell'Aja.

13 gennaio 2016 – La Corte Suprema indiana decide di prolungare fino al 30 aprile 2016 il permesso di restare in Italia concesso a Massimiliano Latorre.

19 gennaio 2016 – Il tribunale arbitrale presso la Cpa stabilisce per il 30 e il 31 marzo l'udienza per decidere sulla richiesta italiana di consentire il rientro in Italia di Salvatore Girone.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata