Il Carroccio ritirerà 4500 emendamenti, il Pd l'emendamento 'canguro'

Il patto fra 'gentiluomini' di Pd e Lega sul ddl Cirinnà è salvo. Dopo giorni di inerzia, l'accordo sulla riduzione degli emendamenti e sul contenimento dei voti segreti al disegno di legge sulle unioni civili è stato rispolverato e rinvigorito. Dopo una riunione tra i capigruppo di maggioranza e opposizione in Senato, voluta dal presidente Dem Luigi Zanda, il Partito democratico e la Lega sono usciti dalla palude: il Carroccio ritirerà 4500 emendamenti, lasciando all'esame dell'aula 500 proposte di modifica. In cambio il capogruppo leghista, Gian Marco Centinaio, ha ottenuto la garanzia che il Pd ritirerà il cosiddetto emendamento 'canguro'. Anche Forza Italia ridurrà in gran parte le proposte di modifica. Nelle prossime ore infatti sarà costituito un team di senatori, uno per gruppo, che si occuperà di sfoltire la mole delle norme depositate, in tutto 6mila, con l'obiettivo di iniziare il voto mercoledì pomeriggio. Zanda oggi ha annunciato che chiederà al presidente Grasso una seduta a oltranza martedì 9 febbraio, per chiudere la discussione generale nella stessa serata di martedì.

Mercoledì dovrebbe quindi iniziare il voto degli emendamenti, ma solo nel pomeriggio, visto che l'aula in mattinata è impegnata nella Giornata della memoria. Una "discussione tra gentiluomini che vogliono far veder fuori che il Parlamento non è solo urla e canguri", ha commentato Centinaio, mentre Zanda ha giudicato l'incontro "molto positivo" perché "affronta questo dibattito con senso unanime di responsabilità". Bisognerà ora vedere se il gruppo di studio, che dovrebbe riunirsi già domani, quanto riuscirà a tagliare, e solo dopo questa operazione si potrà ipotizzare la data del voto finale. Secondo quanto viene riferito da fonti della maggioranza l'obiettivo del gruppo di lavoro è quello di arrivare a massimo 500 emendamenti da esaminare in aula. Con questo tetto, viene spiegato, è possibile che si chiuda già il 12 febbraio.

 

TENSIONE TRA M5S E PARTITO DEMOCRATICO. E' alta la tensione in Senato, sopratutto, e per ragioni diverse, tra le fila del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle. Le indiscrezioni di stampa su un possibile voto contrario al ddl Cirinnà dell'ala cattolica dei pentastellati ha fatto vivere momenti di nervosismo a pochi passi dall'emiciclo di Palazzo Madama. Monica Cirinnà in Transatlantico a tu per tu con Alberto Airola, racconta lo stesso, si è voluta rassicurare: "Ma lo votate compatti" il ddl? La risposta di Airola è stata molto piccata: "Mi sono rotto i coglioni, i problemi sono vostri, quindi risolveteveli voi". Il senatore a freddo ha spiegato che "la tensione è alta, proprio perché i temi sono importanti e la senatrcie Cirinnà è sicuramente la persona più sottopressione. Anche perché le spaccature sono nel suo partito non nel nostro".  Lo stesso Airola ha tenuto a ribadire che "non esiste alcuna ala cattolica" nel Movimento 5Stelle, "voteremo compatti le unioni civili, ma il provvedimento non va impoverito".

SULLA STEPCHILD E' ANCORA DIBATTITO VIVO. Prosegue intanto il dibattito sull'articolo 5 del disegno di legge sulle unioni civili. Anche oggi il leader di Ap Angelino Alfano ha ribadito il 'no' alle adozioni sottolineando che "larga parte del'elettorato italiano non vuole davvero la norma sulle stepchild adoption. Noi siamo l'unico movimento politico davvero pro-family e lo abbiamo dimostrato con tante misure". Il titolare del Viminale commenta anche l'alleanza tra Pd e M5S sulle unioni civili, giudicandolo "un fatto grave, negativo e traumatico. Se Renzi se lo risparmia fa il bene dell'Italia". Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, interviene quasi a gamba tesa: "Siamo nell'ultraprostituzione, e senza ipocrisia va denunciato ogni tentativo di regolamentazione che, in un regime di negoziazione del prezzo della gestazione e della vita stessa della mamma e del bambino, sarebbe illusoria". Il ministro fa appello alla donne in Parlamento, perché venga aperta "una discussione senza ipocrisie, sull'adozione da parte delle coppie dello stesso sesso del ddl Cirinnà, che si traduce nella legittimazione dell'utero in affitto e dell'eterologa". A nome di Forza Italia parla Maurizio Gasparri, che evidenzia che "anche diversi esponenti del Pd e della maggioranza hanno sollevato alcune perplessità sulle adozioni per le coppie omosessuali, confermando quindi le nostre obiezioni.  Vedremo alla prova del voto chi è dalla parte della famiglia, chi difende i bambini e i principi sanciti dalla nostra Costituzione".

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