Rimpallo di responsabilità con Sovrintendenza, museo e Campidoglio
Conclusa la tre giorni romana di Hassan Rohani, restano le polemiche per la decisione di coprire statue e altre opere d'arte dei Musei Capitolini durante la visita del presidente iraniano.
INDAGINE INTERNA: PALAZZO CHIGI CERCA RESPONSABILE – Il Governo ha aperto un'indagine interna su quanto accaduto dopo un rimpallo di responsabilità con Sovrintendenza ai beni capitolini, direzione del museo e Campidoglio, che di buon mattino fanno sapere: "Delle opere coperte chiedete a Palazzo Chigi, la scelta non è dipesa da noi". Poco dopo la risposta piccata arrivata dalla Sovrintendenza, mentre sull'argomento cresce la polemica e fioccano comunicati stampa indignati dal mondo della politica, arriva la dichiarazione del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che a margine della visita del presidente Rohani al Colosseo giudica la decisione di nascondere i nudi dei Musei Capitolini "incomprensibile". Franceschini aggiunge che "non era informato né il presidente del Consiglio né il sottoscritto di quella scelta". Messo da parte il 'giallo delle responsabilità', restano le immagini delle scatole bianche sistemate per coprire opere di fama internazionale come la Venere capitolina che tra ieri e oggi hanno fatto il giro su giornali e siti web di tutto il mondo.
AI MUSEI CAPITOLINI OPERE DI NUOVO ESPOSTE – La direzione dei Musei Capitolini, trovatasi suo malgrado, al centro della bufera mediatica sulle statue celate, a chi chiede informazioni su quanto accaduto risponde secca che la decisione non è dipesa dalla struttura né dalla Sovrintendenza comunale. Nelle sale dello scandalo oggi, almeno in apparenza, tutto è tornato alla normalità: via gli scatoloni bianchi che nascondevano i nudi in marmo, e di nuovo in mostra le tavole della Pinacoteca come il 'Ritratto di gentildonna'. Sono tornate nelle vetrine del primo piano le piccole porcellane che erano state rimosse per non 'offendere' l'ospite. Collezione di nuovo in ordine dunque: ma tra i dipendenti del museo non si parla d'altro. Con media e giornalisti non c'è molta voglia di commentare l'accaduto ma a passeggiar per le sale del museo qualche dipendente si fa scappare un commento: "Le solite cose all'italiana. La tela della signora nuda laggiù l'hanno fatta sparire, via pure quell'altro quadro, da qui hanno levato le porcellane. Ma noi non abbiamo fatto nulla, se n'è occupato chi ha organizzato la visita del presidente iraniano".
POLEMICHE BIPARTISAN IN PARLAMENTO – La notizia dell'indagine interna aperta sulla vicenda da Palazzo Chigi non mette un freno alle polemiche che continuano senza tregua: dall'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che parla di "sacrilegio" e "pazzia assoluta" dovuti a "qualche corto circuito burocratico", al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che senza mezzi termini 'cinguetta': "Una vera figura di mà internazionale". Secondo il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta "la rinuncia alla nostra arte e cultura, è l'essenza della politica renziana", mentre su quanto accaduto il Movimento 5 Stelle annuncia di aver depositato un'interrogazione a risposta immediata indirizzata direttamente al presidente del Consiglio.
CRITICHE DAL MONDO DELL'ARTE – Da Vittorio Sgarbi a Philippe Daverio, critiche sulle statue coperte arrivano dai tanti storici del mondo dell'arte. Sgarbi, a LaPresse, definisce l'operazione "sconcertante" e aggiunge:"Sono stati ignoranti e presuntosi: hanno confuso Rohani con un terrorista dell'Isis. Sono degli scellerati". Mentre secondo Daverio, sempre a LaPresswe, per evitare la "gaffe provinciale" bastava dare al presidente Rohani "appuntamento in un garage, visto che gli piacciono tanto le automobili". "Di solito quando si riceve un fornitore, come è Rohani per l'Italia – sostiene Daverio – lo si riceve in cucina. Non è il caso di farlo entrare in salotto se non è pronto". "Avrebbero dovuto, molto semplicemente, accoglierlo altrove – aggiunge lo storico – io credo che il garage sia il posto migliore. Oppure gli potevano mettere una tenda in piazza come si era fatto per Gheddafi, per farlo stare più comodo".
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