Renzi: Nessun conflitto d'interesse nè per Boschi nè per altri membri del governo

No del Senato alle due mozioni di sfiducia al Governo presentate dalla Lega insieme a Forza Italia, da una parte, e dal M5S, dall'altra, in seguito alla vicenda banche. Con 178 no, 101 sì e un astenuto, l'aula di Palazzo Madama ha respinto al mittente la prima mozione di sfiducia. E con 174 no e 84 sì, i senatori bocciano anche la seconda sfiducia.

MAGGIORANZA A GEOMETRIE VARIABILI. Il voto registra geometrie variabili nella maggioranza di governo, con i senatori del gruppo Ala di Denis Verdini che votano a favore dell'esecutivo insieme ai senatori di Fare!, che fa capo al sindaco di Verona Flavio Tosi. Sel, M5S, Idea, Lega e i Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto votano invece per la sfiducia al Governo. Sono 8 i senatori di Fi che non votano la loro mozione di sfiducia, in quanto assenti. Tra questi c'è Niccolò Ghedini, presente soltanto durante la discussione. Tre i Pd assenti. Nessuno, assicurano al Nazareno, per ragioni politiche. I 16 voti dei verdiniani e i 2 dei tosiani, comunque, non sono determinanti per raggiungere la maggioranza, fissata a 141 nella prima votazione. Sempre astenuta l'ex M5S Serenella Fucksia. L'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano vota 'no' alla prima sfiducia, ma è assente alla seconda.

'SU BOSCHI NESSUN CONFLITTO DI INTERESSI'. In aula, prima del voto, è intervenuto il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha ribadito come "non esista alcun conflitto di interesse né per il ministro Boschi né per altri membri del governo".
Un intervento che doveva essere "polemico" invece è stato "tranquillo", per ammissione dello stesso premier che quando ha lasciato palazzo Madama – dopo quasi un'ora di discorso – si è concesso ai cronisti per uno scambio di battute.

'IL FATTO COME LEGA E FORZA ITALIA'. In realtà qualche battibecco c'è stato. Con Forza Italia, innanzi tutto. "Da che pulpito", ha appellato gli azzurri, firmatari della prima mozione di sfiducia improntata tutta su di un presunto conflitto di interessi. "Voi siete divisi e siete sempre meno", Renzi lancia un altro strale all'indirizzo degli ex alleati del patto del Nazareno. Quindi la bordata finale: "Ci sono gli stessi refusi in due editoriali del Fatto quotidiano e la mozione di Lega e Fi. E' un fatto positivo – ironizza il presidente del Consiglio – c'è finalmente dialogo tra le due parti, ci abbiamo lavorato da una vita".

LA STOCCATA AL M5S. Renzi non risparmia neppure l'ex alleato di maggioranza Gaetano Quagliariello – ieri in Ap, oggi Idea – che vota sì alla sfiducia. "Lei Quagliariello non è il tipo a cui piace vincere facile – lo apostrofa -, lei è il tipo cui non piace vincere proprio". Il presidente del Consiglio ne ha anche per i Cinquestelle, fautori della seconda mozione di sfiducia al governo. "Il quarto grado – dice nel corso del suo intervento – non è il blog dell'illuminato…" e aggiunge con studiata noncuranza: "Oh, basta dire Quarto e si emozionano". La battuta gli vale il tweet di Alessandro Di Battista che pronto ribatte: "Parla più di noi che dei risparmiatori truffati dai suoi decreti".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata