Roma, 23 dic. (LaPresse) – Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, non è in conflitto di interessi relativamente alla sua posizione personale e a quella di suo padre, già vice presidente di Banca Etruria, una delle quattro banche salvate da una norma approvata lo scorso 16 novembre. Lo riferiscono autorevoli fonti dell’Antitrust, l’autorità per la concorrenza e il mercato, contattate stasera da LaPresse. L’Antitrust si doveva esprimere su sollecitazione del deputato M5S Alessandro Di Battista, che aveva chiesto un parere dell’autorità.
Le fonti, contattate da LaPresse, spiegano che l’autorità si esprime sull’articolo 3 della ‘legge Frattini’ sul conflitto di interessi, secondo cui “sussiste situazione di conflitto di interessi” quando “il titolare di cariche di governo partecipa all’adozione di un atto” che “ha un’incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o società da essi controllate”, e – seconda condizione da soddisfare – “con danno per l’interesse pubblico”. La situazione di conflitto di interessi definita in questi termini, secondo l’Antitrust, non sussiste nel caso del ministro Boschi.
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