di Donatella Di Nitto

Roma, 3 dic. (LaPresse) – Non si può andare oltre la trentesima votazione del Parlamento in seduta comune, per l’elezione dei tre giudici della Corte costituzionale “il tempo è scaduto”. La presidente della Camera Laura Boldrini, in intesa con il presidente del Senato, Pietro Grasso, hanno convocato per lunedì 14 dicembre alle 15 una nuova seduta comune del Parlamento, chiamato ad eleggere i tre giudici mancanti della Consulta. Qualora neanche questa seduta “dovesse risultare decisiva” ha avvertito la presidente Boldrini “procederò a convocazioni quotidiane alle ore 19”. Boldrini è lapidaria, definendo già oggi nel pomeriggio durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio lo stallo delle Camere “una situazione critica” e “voglio evitare di arrivare al punto in cui sia il Parlamento il responsabile del mancato funzionamento della Corte”.

GRASSO INVITA A CAMBIARE TERNA Dello stesso avviso il presidente Grasso: “Il Parlamento non può mettere a rischio la funzionalità di un importante organo costituzionale come la Consulta” e “non si può nascondere che il Parlamento stia dando al Paese una brutta immagine delle Istituzioni rappresentative e della politica”. La seconda carica dello Stato però va ben oltre il semplice appello “a una condivisione ampia all’interno dei gruppi e tra maggioranza e opposizioni” intesa che dovrebbe, avverte superare “la logica delle aree di riferimento” e cita lo scienziato Albert Einstein: “Fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi è follia”. Insomma, spiega Grasso “possiamo convenire che sia necessario, anche grazie alla pausa imposta dalla Legge di Stabilità, cambiare metodo e sfruttare al meglio questo tempo per trovare il consenso più ampio possibile su una terna di nomi”.

CONSULTA A RISCHIO PARALISI Dopo l’ennesima fumata nera di ieri sera, con un foglio presenze accorciatosi di 52 voti, la Consulta rischia la paralisi, visto che non si è trovato ancora un successore a Luigi Mazzella, Sergio Mattarella e Paolo Maria Napolitano. Basterebbe una sola casella coperta per mettere per il momento in sicurezza la Corte, che invece ora prosegue il suo lavoro sul filo del rasoio: un solo giudice colpito da influenza potrebbe infatti bloccare i lavori, mancando il plenum. Ieri la nuova terna, rinnovata da Ida Nicotra, candidata centristra che ha raccolto 427 voti, ha fatto un altro buco nell’acqua, con un evidente calo di consensi: Barbera (Pd) rispetto ai 545 della precedente seduta è sceso a 504, e Sisto (Fi) che da 527 ha toccato quota 493. Calano le preferenze anche per il candidato dei 5 Stelle, Franco Modugno con 136 voti, venti in meno rispetto alla precedente seduta. Unico a salire Gaetano Piepoli che ha raggiuto quota 100, mentre ieri si era fermato a 80.

SEDUTE QUODIDIANE Numeri che hanno fatto cambiare idea ai presidenti di Camera e Senato, ieri sera erano convinti di convocare una nuova seduta per oggi. Invece serve tempo per trovare la quadra, per trovare nomi condivisi dai gruppi parlamentari, quella di oggi infatti aveva tutte le potenzialità per trasformarsi in una brutta figura e peggiorare la situazione. Ecco allora la scelta di non optare per una oltranza pura, ma una convocazione quotidiana e di sera, qualora non si arrivasse neanche questa volta ad una elezione. L’auspicio di Grasso è quello completare il plenum entro fine anno con la nomina di tutti e tre i nuovi giudici, l’obiettivo è quello di mettere in sicurezza Consulta e per questa ne basta uno.

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