Roma, 1 dic. (LaPresse) – Il Consiglio italiano del Movimento europeo, Cime, considera la conferenza sul clima di Parigi, la Cop21, “momento decisivo per giungere finalmente ad azioni condivise dall’intera comunità internazionale capaci di fermare l”escalation’ dei cambiamenti climatici”, ma anche appuntamento importante “come simbolo di una sfida vitale per tutta l’umanità, che ha molto a che fare sia con i drammi e le tragedie che negli ultimi mesi hanno investito l’Europa, sia con l’obiettivo di salvaguardare la sicurezza e il benessere di noi europei e di conservare all’Europa un ruolo da protagonista nel mondo globale”.
L’argomento, informa un comunicato ora diffuso, è stato affrontato nella prima riunione del neoeletto Consiglio di Presidenza del Cime, che, oltre alla distribuire le competenze specifiche all’interno dell’organizzazione e ad esaminare il programma di attività 2016, ha approvato prese di posizione su temi di grande attualità politica, fra cui, appunto, la Cop21.
Temi come i “profughi climatici”, il “green new deal” , le denunce e inviti contenuti anche nell’enciclica “Laudato Si” di papa Francesco, i danni già portati dal “global warming” rappresentano – si legge nel comunicato – sfide fondamentali per il futuro.
Esse potranno essere però affrontate solo se la Cop21 avrà successo e perché ciò accada è indispensabile che l’Europa si presenti a Parigi non come un “condominio” confuso e litigioso di Paesi che seguono ciascuno loro logiche autonome, ma come un unico attore sulla scena di questo negoziato decisivo. E solo se diverrà rapidamente una “casa comune”, l’Europa avrà la forza di sviluppare dentro i propri confini politiche efficaci che ne orientino la grande capacità tecnologica e di ricerca e sviluppo, gli investimenti pubblici e privati verso l’obiettivo prioritario della conversione energetica.
Perché la Cop21 non fallisca – sostiene il Cime -serve dunque un’Europa che s’impegni con determinazione e voce unanime per giungere “qui ed ora” ad un trattato vincolante e ambizioso, e che a questo scopo vinca le resistenze di quei Paesi ancora poco disposti ad accelerare nella “decarbonizzazione” delle rispettive economie.
Questi 20 anni dalla prima Convenzione sul clima non sono passati invano: oggi è largamente diffusa la consapevolezza che il “riscaldamento globale” non è più solo una minaccia, una possibilità, ma è una realtà, che già comporta costi ambientali, economici, sociali pesanti per l’intera umanità.
Per tutte queste ragioni, il Movimento europeo in Italia ha aderito all’ appello per la giustizia climatica promosso dalla Coalizione Italiana per il Clima e alla marcia globale svoltasi domenica scorsa in diverse città d’Europa e del mondo.
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