di Donatella DI Nitto
Strasburgo (Francia), 25 nov. (LaPresse) – Tutto il mondo in “questa fase drammatica” ha bisogno di una Europa che sia “unita e determinata” per combattere la “battaglia” contro il terrorismo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al suo primo intervento nella sede del Parlamento europeo a Strasburgo, non rinnega le sue radici europeiste, ma dice chiaramente che “l’Europa che voi rappresentate”, quella nata da “ex nemici che sono stati capaci di unirsi nel nome di valori comuni” e “da Paesi ex avversari nella Guerra Fredda” che hanno poi contribuito alla pace e alla stabilità, “non basta più”.
TERRORISMO – A 12 giorni esatti dagli attentati terroristici di Parigi, la presenza del capo dello Stato a Strasburgo, benché stabilita da tempo, acquista un valore diverso, quasi solenne. L’Italia ha riportato a casa una delle 129 vittime degli attentati, Valeria Solesin, e a lei va il ricordo in apertura della plenaria sia del presidente Martin Schulz che dello stesso Mattarella. Il presidente, accolto da numerosi applausi al suo ingresso nell’aula azzurra, già nei giorni scorsi aveva più volte fatto appello agli stati membri sollecitando una azione forte comune e determinata contro il Califfato e oggi ne ha definito la strada da percorrere.
“L’Europa è ferita” e Bruxelles, Copenaghen, Londra, Madrid, Parigi rappresentano “lacerazioni, dolorose e incancellabili, sul corpo della nostra Unione”. Per questo secondo Mattarella bisogna dare risposte ai cittadini: “A noi tutti viene oggi prepotentemente chiesto un di più di responsabilità, un di più di iniziativa, un di più di coesione – ha ribadito -. Solo così potremo vincere le sfide arroganti che il terrorismo porta sin dentro le nostre case, dopo aver insanguinato le terre medio-orientali, asiatiche e africane, tuttora gravemente colpite, come la settimana scorsa a Bamako”.
Il presidente non dà ricette o facili soluzioni, ma rileva che “i contrasti dell’epoca bipolare hanno contribuito a spingere i Paesi europei a tenersi uniti. Oggi, da est e da sud, nuove forti instabilità si sono affacciate ai nostri confini” ed è “più che mai indispensabile promuovere intelligenti politiche di vicinato per condividere strategie di costruzione della pace, isolando ogni estremismo”. Secondo il capo dello Stato “l’Unione può favorire le necessarie convergenze internazionali per la Siria, per l’Iraq, per la Libia, cercando scelte condivise che contrastino con efficacia le forze del disordine e del terrore. I tragici fatti di ieri ne confermano l’urgenza”.
IMMIGRAZIONE – Nel suo lungo intervento, Mattarella torna sul dramma dell’immigrazione con “milioni di donne, uomini, bambini, spesso vittime di crudeli trafficanti di esseri umani” in movimento verso l’Europa: “un esercito inerme, che marcia alla ricerca della propria salvezza”. E’ per questo, ha sottolineato il presidente della Repubblica, che non si possono considerare loro “i nemici” solo perché “si dirigono verso l’Europa”. Certamente ha spiegato “dobbiamo difendere la sicurezza dell’Europa, ma non possiamo deturparla per renderla meno attraente”.
Mattarella sceglie un accostamento forte, pesante per la memoria dell’Europa, per definire la marcia della disperazione del nuovo millennio: “La dolorosa carovana di persone che risale l’Africa e il Medio Oriente verso l’Europa” ha detto con ardore “ripete la tragedia degli ebrei in fuga dal nazismo”. E a questo dramma non si può rispondere con la “tentazione di chiudere le frontiere”, perché secondo il capo dello Stato Schengen è “un unico spazio di libertà europeo, che non possiamo perdere ma che, anzi, dobbiamo saper estendere, nella tutela del bene della sicurezza”.
“La libera circolazione delle persone, messa sotto pressione – ha ricordato Mattarella -sia dal fenomeno migratorio sia dalla minaccia del terrorismo, ha come suo logico corollario il rafforzamento della collaborazione fra Paesi membri per la salvaguardia e la gestione della frontiera esterna comune e, in un secondo tempo, la creazione di Istituzioni comuni in grado di gestire i flussi migratori”. Piuttosto, ha suggerito il capo dello Stato, “è necessario che l’Europa nel suo complesso, aggiorni le proprie regole”, che devono essere “improntate a principi di umanità e sicurezza, di solidarietà e responsabilità e comunque adeguate alla realtà che abbiamo di fronte”.
LEGA NON APPLAUDE MA NON CONTESTA – Parlamento europeo al gran completo nella fila italiane per l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tutti presenti gli europarlamentari della Lega Nord, compreso Matteo Salvini, che non hanno applaudito Mattarella, ma hanno tenuto un comportamento rispettoso senza manifestazioni di protesta. Più plateale, da parte della Lega, invece fu l’iniziativa in aula nel febbraio del 2014 quando, in occasione dell’intervento dell’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, mostrarono degli striscioni contro l’Euro e chiesero le dimissioni del presidente.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata