Roma, 22 nov. (LaPresse) – “Shengen non è morta ma occorrono alcune modifiche per rendere più blindate le nostre barriere esterne. Non esiste nessuna confederazione di Stati che abbia cancellato i confini interni e non presidiato quelli esterni”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano ospite a L’intervista di Maria Latella su Skytg24. “Venerdì abbiamo preso alcune decisioni: se arrivi in Europa da fuori non ti guarderanno solo il passaporto ma sarà inviato tutto a una banca dati centrale che controllerà tutte le informazioni su di te”.
“Nessuno è a rischio zero”, ha ribadito ancora Alfano, ma “l’intelligence italiana funziona”. “Noi abbiamo una regola: lavorare per prevenire un evento negativo, ma nessuno sa cosa poteva accadere”, ha detto. “Ieri sera sono stato al concerto di Tiziano Ferro: C’erano migliaia di ragazzi, allegri, smanicati, tutti al Palalottomatica di Roma. Il mio pensiero è stato: ‘guarda come la nostra voglia di vivere è più forte della paura”, ha raccontato il leader di Ncd. Sul Giubileo, ha aggiunto, “ci sono i professionisti dell’ansia: l’obiettivo è non farci stare bene ed è quello che alcuni mezzi di informazione perseguono con una certa efficacia”.
“Dobbiamo separare chi prega da chi spara. Abbiamo i musulmani in Italia,e poi abbiamo i terroristi”, ha sottolineato. “Non possiamo rigettare un milione e 600mila musulmani che vivono in Italia”. “Noi in Italia abbiamo lo stesso diritto a pregare, il nostro tribunale è quello dei giudici. I musulmani hanno diritto di pregare, rispettando le leggi: se non lo fanno vengono cacciati”.
Sul fronte internazionale, sulla possibilità di alleanze con la Russia “se la guerra è mondiale come dice il Papa vanno ripensate le alleanze: io non rinuncio al nostro asse, ma contro l’Islamic State serve una grande alleanza”. E sulle sanzioni, Alfano ha detto che “prima va fatta chiarezza sull’Ucraina”. In ogni caso “abbiamo una strategia a livello di Onu, a livello internazionale ci sono gruppi che seguono il flusso di denaro dei terroristi”, ha evidenziato. “Da un lato c’è la questione del finanziamento al terrorismo, e noi siamo un Paese leader in questo gruppo; dall’altro c’è la questione delle armi”.
Per quanto riguarda la Siria, Alfano ha ricordato che “alcuni mesi fa abbiamo proposto a livello europeo un’azione militare forte per bloccare il traffico di essere umani che è esattamente il centro del problema”. “I barconi vanno affondati prima di farli partire”, ha aggiunto. “Per la Siria noi diciamo no a una Libia bis: dopo Gheddafi la comunità internazionale non ha saputo completare il lavoro, e chi ha pagato il conto? Noi, che ci troviamo a gestire gli sbarchi. “Se la Siria fosse bombardata senza completare la risistemazione delle istituzioni democratiche potrebbe essere una nuova Libia”.
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