di Elisabetta Graziani

Roma, 12 nov. (LaPresse) – La legge di Stabilità che uscirà dal Senato conterrà importanti misure per il Mezzogiorno. “Il Sud sarà l’intervento qualificante del Senato”, assicura la relatrice di maggioranza Federica Chiavaroli (Ap) alla fine della riunione in cui la commissione Bilancio di Palazzo Madama ha votato gli emendamenti dall’articolo 10 al 16 del provvedimento. “Valuteremo tra due ipotesi: quella del credito di imposta sugli investimenti oppure quella di un aumento della decontribuzione sui nuovi assunti”, spiega. La commissione ha accantonato molte proposte di modifica sulle quali il governo esprimerà le proprie valutazioni per verificare se sia possibile – sotto il profilo della sostenibilità economica – inserirle nella manovra. Mezzogiorno e canone Rai i due temi principali. E da Malta il presidente del Consiglio Matteo Renzi assicura: “Siamo tra i Paesi che rispettano tutte le regole europee, anche quando non sono d’accordo. Questa legge di Stabilità restituisce all’Italia una prospettiva per il futuro. Continuiamo ad abbassare le tasse e a dare fiducia ai cittadini”. Domani la commissione riprende l’esame del testo a partire dalle 9,30.

NORME ACCANTONATE. Rateizzazione del canone Rai, fondi per le tv locali, editoria rientrano nel primo pacchetto di emendamenti all’articolo 10 accantonati. Segue la proposta di aumentare le esenzioni dal canone per le persone disagiate (finora riservate ai pensionati con meno di 6500). Tra gli emendamenti all’art. 11, accantonati quelli relativi al Sud sulla decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato e quelli sulla deducibilità dall’Irap per i lavoratori stagionali ricorrenti.

Poi il tema della decontribuzione dei call center, in particolare la proposta di spalmare la stessa quantità di soldi prevista per tre anni, su sei anni. Per quanto riguarda i beni confiscati è stato accantonato un emendamento sulle vittime del dovere. Sull’articolo 12, gli emendamenti di Sacconi sull’aumento del tetto e sull’articolo 15 quelli che riguardano i criteri diversi per assegnare le stesse risorse per esempio sul rientro dei cervelli all’estero. Sull’articolo 13 è stato accantonato un emendamento sulla possibilità di istituire un fondo per le aziende vittime dei fallimenti di altre aziende.

EMENDAMENTI GOVERNO – Non è arrivato invece il secondo pacchetto di emendamenti del governo. Dopo le prime 5, erano attese per oggi altre modifiche al testo. Dalla commissione e in particolare dal suo presidente, il senatore Pd Giorgio Tonini, è stata avanzata al governo la richiesta di non formulare nuovi emendamenti così da poter permettere alla commissione di svolgere il suo lavoro bene e nei tempi previsti e arrivare entro il 20 novembre in aula con il mandato alle relatrici.

Bisogna vedere se l’esecutivo accoglierà la proposta. Ottimista la relatrice Chiavaroli che ha ribadito come “ci siano tutti i termini per chiudere e arrivare in aula con il mandato”.

FIDUCIA – Auspicio espresso anche dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che sulla fiducia ha però precisato che “dipenderà dal numero di emendamenti: se saranno tremila, come quelli presentati in commissione, dovrebbe essere inevitabile metterla. Ma mi auguro di no”.

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