Roma, 8 nov. (LaPresse) – “Quando attaccano ‘Happy Days’ non lo fanno perché si sentono lontano da Fonzie, ma perché si sentono lontani dalla felicità. Senza scomodare la costituzione americana e la filosofia politica, io invece credo che la felicità sia l’orizzonte politico da dare agli italiani”. Così il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi, in un colloquio su La Stampa, a proposito della fondazione di Sinistra Italiana, in cui confluiscono fuoriusciti dal Pd. “Non li considero nemici del popolo – spiega il premier – come io non vorrei esser considerato un attentatore della democrazia. Sono dei nuovi competitor, quindi li rispetto e non li prendo sottogamba. Detto questo, è evidente che anche la loro iniziativa è il prodotto di una sconfitta, e che quel che accade è una riedizione di quanto già avvenuto in passato a sinistra, con Bertinotti prima e con Vendola poi”. “L’Italia – continua il premier-segretario – è il Paese che sta crescendo meglio e più in fretta degli altri: e ha recuperato credito e rispetto non solo sul piano dei conti economici ma anche su quello internazionale. Vorrei solo che si ricordasse dov’eravamo ancora un anno fa… Ecco perché la nascita di ‘Sinistra italiana’ è la certificazione di una sconfitta: la loro. Ed è anche la prova del fallimento del lungo assalto teso a screditare me ed a far cadere il governo. Ora facciano come credono, ma se pensano di poter intercettare magari i delusi dal Pd, credo abbiano sbagliato i conti: il contenitore di quella delusione non sono loro, ma Grillo e i suoi Cinquestelle”.

ALLEANZA ALLE AMMINISTRATIVE NON SCONTATA. “Di scontato non vedo niente. Nemmeno per quel che riguarda il voto nelle città. Lo dico perché vedo che a Torino avrebbero deciso di non sostenere la ricandidatura di Piero Fassino, forse il miglior sindaco italiano. E se cominciamo così, non capisco di che alleanza stiamo parlando”. Così il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi, in un colloquio su La Stampa, a proposito della fondazione di Sinistra italiana, in cui confluiscono fuoriusciti dal Pd, e di una possibile alleanza col Partito democratico, per esempio in vista delle amministrative di primavera.

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