Bersani: Sbaglia chi esce, senza Pd no centrosinistra. Manovra non da buttare

Bersani: Sbaglia chi esce, senza Pd no centrosinistra. Manovra non da buttare

Roma, 6 nov. (LaPresse) – “Se io resto nel Pd non lo faccio perché ho una nostalgica passionaccia per la ditta, per motivi sentimentali. Lo faccio perché senza il Pd il centrosinistra non esiste perciò mi chiedo come fanno altri a pensare di costruirlo fuori dal Pd. La mia idea d’Italia sta qui. E se gli elettori abbandoneranno il partito, temo sia più facile che finiscano nelle braccia di Grillo piuttosto che in quelle di una sinistra che non è nel Pd”. Così l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani, in un’intervista a La Repubblica oggi in edicola, a proposito dell’uscita dal partito di Alfredo D’Attore, bersaniano come Stefano Fassina, che l’aveva preceduto.

COSE NEGATIVE E POSITIVE. Bersani si è espresso sulla Legge di stabilità. Sostiene che non sia il male assoluto, perché contiene cose ‘positive’ e altre negative. A cominciare dal “balletto diplomatico e un po’ ipocrita sulla sanità pubblica: duecento milioni sono tagli agli sprechi, dodici miliardi in tre anni sono il colpo di grazia, sparirebbe. Davanti alla salute per me non c’è nè ricco nè povero. Se un pensionato viene costretto a pagarsi la risonanza magnetica spende l’equivalente di due Tasi”. Tra le note positive Bersani rileva: “L’ammortamento al 140 per cento sull’acquisto dei macchinari è un’ottimaáidea. Così come il ritorno dell’antico ecobonus. Se aggiungiamo qualche altra misura di questo tipo e la incentiviamo per il Sud, aiuteranno molto”.

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