Roma, 13 ott. (LaPresse) – “Il voto di maggioranza con 179 voti è un grande risultato, sul quale contavamo perché questa maggioranza si era già manifestata nel corso di alcune votazioni, in queste ultime settimane. Sono orgogliosa che il Pd unito abbia votato questa riforma, non è questione di poco conto. Ora la parola passa ai cittadini e il giorno del referendum sarà una bel momento di democrazia”. Lo ha detto la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali, conversando con i giornalisti al Senato subito dopo l’approvazione del ddl Boschi.
“Se c’è un rammarico – ha continuato Anna Finocchiaro – è che il dibattito in questa lettura nell’Aula del Senato è stato segnato dalla strumentalità politica dell’avversione alla riforma, perché in questo modo si avversava il governo in carica. E’ stata una modalità che ha impoverito sia il confronto che le stesse ragioni degli oppositori e che ha portato a non riconoscere alcuni cambiamenti che invece sono stati frutto del lavoro collettivo. Mi riferisco in particolare al fatto che, rispetto al testo Camera, abbiamo restituito funzioni molto importanti al Senato, come chiedevano tutte le opposizioni, non soltanto la maggioranza”, aggiunge.
“Il Senato- prosegue Finocchiaro – potrà fare opera di controllo delle politiche pubbliche, verificare l’attuazione delle politiche europee, essere istituzioni di raccordo tra Stato ed enti locali. Si tratta di scelte che da tempo gran parte del Parlamento invocava. Bene, nel momento in cui abbiamo presentato gli emendamenti per modificare il testo e reintrodurre queste funzioni molto importanti, le opposizioni hanno votato contro. Stessa cosa per quanto riguarda l’elettività dei consiglieri che saranno senatori, invocata da tante forze di opposizione, oltre che dalla minoranza del Pd. Ma nel momento in cui si è presentato l’emendamento, le opposizioni hanno votato contro”. “Allora siamo legittimati a pensare che quello che si voleva era il mantenimento del sistema attuale e anche che si votava strumentalmente contro, perché l’obiettivo non era la riforma costituzionale ma l’avversione al governo in carica. Forza Italia, per esempio, ha già votato questa riforma, ma stavolta non l’ha votata, anche se alcuni punti qualificanti sono stati recepiti”, conclude Finocchiaro.
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