Riforme, governo apre su funzioni e garanzie del Senato, ma no a slittamenti

Riforme, governo apre su funzioni e garanzie del Senato, ma no a slittamenti

di Elisabetta Graziani

Roma, 10 set. (LaPresse) – Prosegue la mediazione sul testo della riforma costituzionale. Il governo ha aperto sulle funzioni del Senato e sugli istituti di garanzia. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, intervenuta al primo incontro di mediazione Camera-Senato del Pd, dice di augurarsi “che questa sia la lettura definitiva” del testo. Alla riunione interna al partito democratico hanno partecipato i capigruppo Luigi Zanda ed Ettore Rosato, oltre a Doris Lo Moro, Emanuele Fiano, Giorgio Tonini e Barbara Pollastrini.

Durante il confronto è stata definita una “griglia” con i primi temi sui quali l’esecutivo ha aperto a una possibile discussione, vale a dire le funzioni potenziate del futuro Senato – come prevedeva il testo originario del disegno di legge -, il ruolo dei nuovi senatori nella scelta dei giudici della Corte costituzionale e l’elezione del Presidente della Repubblica. “E’ possibile una mediazione”, assicura il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti, che però precisa come per ora sia fuori discussione il dibattuto articolo 2 del provvedimento che invece la minoranza dem vorrebbe modificare. Esclusa anche l’ipotesi di fiducia su questa parte del provvedimento. Sulla base di come proseguirà il confronto sui primi due argomenti (funzioni e garanzie) “poi affronteremo anche il tema clou che è la vicenda dell’elettività del Senato”, ha chiarito il sottosegretario.

Intanto dai presidenti delle Regioni Campania, Piemonte e Toscana arriva un’altra richiesta per l’esecutivo: far entrare “di diritto” nel nuovo Senato governatori e sindaci delle città metropolitane. I governatori Sergio Chiamparino, Vincenzo De Luca ed Enrico Rossi richiedono di tornare, almeno su questo punto, al testo licenziato dal Senato in prima lettura poi modificato alla Camera. Dai due presidenti renziani arriva l’apertura anche sull’elettività indiretta dei senatori. Se Chiamparino (Piemonte) dice che “il modo in cui vengono eletti i nuovi senatori non cambia poi molto le cose”, De Luca è tranchant: elezione diretta equivale a “camorra democratica”.

“Aprire la contrattazione sull’elezione ‘libera’ è un incentivo al trasformismo politico e a meccanismi di mercato politico”, ha detto De Luca di fronte al ministro Boschi e alla presidente della commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro.

Il governo è netto anche sui tempi. “L‘ipotesi di slittamento dopo la legge di stabilità semplicemente non esiste“. Gli incontri fra Pd ed esecutivo intanto proseguiranno senza interruzioni almeno fino a martedì, quando in commissione a Palazzo Madama dovrebbe cominciare l’esame degli emendamenti.

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