di Donatella Di Nitto
Roma, 19 ago. (LaPresse) – Sergio Mattarella torna sul pericolo terrorismo e questa volta lo fa evocando Papa Francesco: “Il terrorismo alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale”. Il capo dello Stato rilancia l’allarme all’indomani della decapitazione dell’ex capo del sito archeologico di Palmira e lo fa in un messaggio inviato al Meeting di Rimini, che prenderà il via domani, e esorta tutti a “prosciugare l’odio, far crescere la fiducia e la cooperazione, mostrare i vantaggi della pace”. La convention ciellina, arrivata alla sua 36esima edizione, avrà infatti come tema inaugurale il dialogo interreligioso su cui lo stesso Mattarella infatti apre il suo intervento: “Dalla capacità di dialogo, di comprensione reciproca, di collaborazione tra le religioni monoteiste dipenderà la pace nel mondo. Di questo dobbiamo essere consapevoli”.
E non è tutto. Il presidente della Repubblica entra nella calda polemica sull’immigrazione tra politica e chiesa, ma senza mai schierarsi e avverte: “L’umanità che mostreremo nell’accogliere i profughi disperati, l’intelligenza con cui affronteremo i fenomeni migratori, la fermezza con cui combatteremo i trafficanti di essere umani saranno il modo con il quale mostreremo al mondo la qualità della vita democratica”. Secondo il capo dello Stato infatti “la democrazia si esporta con la cultura e con l’esempio”. L’inquilino del Quirinale lancia quindi un messaggio che riguarda anche i nostri confini, perché “il rischio di chiusure settarie, o di tentazioni fondamentaliste, è sempre in agguato. Basta guardare attorno a noi il riemergere di populismi e nazionalismi”. E la risposta, ribadisce Mattarella in un passaggio del suo intervento “viene offerta da tante testimonianze di moralità, di solidarietà, di impresa responsabile, di governo dei conflitti, di ricostruzione del diritto laddove la sua rete è stata lacerata”.
Lo stesso Papa Francesco, affidando i suoi pensieri al segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, pone l’accento sul “dramma” di oggi che consiste “nel pericolo incombente della negazione dell’identità e della dignità della persona umana”. Secondo Bergoglio è in corso una “preoccupante colonizzazione ideologica” che “riduce la percezione dei bisogni autentici del cuore per offrire risposte limitate che non considerano l’ampiezza della ricerca di amore, verità, bellezza, giustizia che è in ciascuno”.

