di Donatella Di Nitto
Roma, 11 ago. (LaPresse) – Incontro Renzi-Berlusconi su riforme a settembre? Possibile, probabile, auspicato. Mentre in dibattito parlamentare è in pausa estiva, quello politico non abbassa i toni e anzi sul ddl Boschi ogni giorno si susseguono dichiarazioni, proclami e botta e risposta continui tra maggioranza e opposizione, tra Nazareno e minoranza Dem. La realtà dei fatti è che è quei 176 senatori che hanno firmato per il Senato elettivo sono il chiodo fisso del premier Matteo Renzi, che al momento sembra non arretrare di un millimetro sulla natura del futuro Senato.
La risposta ai dissidenti democratici è infatti arrivata oggi da Matteo Orfini, presidente del Pd, che in una intervista al Manifesto, ha chiuso ogni trattativa: “Abbiamo dialogato per un anno – ha detto – abbiamo modificato legge elettorale e riforma costituzionale. Il ministro Martina ha fatto una proposta ragionevole che è stata rifiutata subito. Non siamo più alla discussione di merito ma a un tentativo di azzerare le riforme. Spero che si possa trovare un accordo. Dopodiché il testo è passato per due letture con un consenso largo e ora un pezzo minoritario del Pd chiede di smontarlo“. Orfini poi sembra tendere una mano alle forze di opposizione “sulle riforme si cerca un consenso in Parlamento più largo possibile. Nel Pd c’è chi invoca il diritto a votare in dissenso sui temi costituzionali e nessuno lo ha mai negato”.
In questo caso sarebbe Forza Italia il partito che sicuramente, numeri alla mano, consentirebbe una approvazione a palazzo Madama senza colpi di scena. Le richieste dell’ex Cav però sono chiare: Senato elettivo e intervenire sull’Italicum per dare il premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista. Brunetta oggi ha invocato la “Grosse Koalition che risponda alle esigenze di massima coesione rispetto al difficile momento politico-economico” perché, ha sottolineato il capogruppo “da un punto di visto politico, con la sua maggioranza democratica, i transfughi di Alfano e quelli di Verdini, Renzi non può cambiare la Costituzione in modo tanto dirompente”. Anzi “comunque andrà a finire lo scontro sulle riforme, lui perde”.
Ecco allora che torna a circolare nei palazzi della politica la necessità di riaprire un confronto tra il segretario Dem e il leader azzurro. C’è chi sembra essere certo che i due ne parleranno a settembre prima che ripartano i lavori in commissione Affari costituzionali del Senato, ma non è ben chiaro quale canale utilizzeranno i due. C’è chi scommette che la trattativa, guai però a chiamarla Nazareno 2, questa volta sarà affidata a Gianni Letta e Luca Lotti, i due che hanno portato a casa l’accordo su Monica Maggioni, presidente della Rai. Proprio da questo risultato Berlusconi, riferiscono alcuni parlamentari azzurri, dovrebbe ripartire per ottenere quello che cui tiene veramente: il premio di maggioranza alla coalizione. E’ su questo punto che Berlusconi non intende cedere, mentre sul Senato elettivo forse qualche cosa potrebbe concedere.
Intanto oggi è intervenuto anche il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in una lettera a Repubblica ha tuonato: “E’ dunque in discussione non uno schema astratto di riforma o un qualche puntiglio politico, bensì una esigenza vitale per un valido funzionamento, specie nell’attuale fase storica, del sistema democratico italiano”. E proprio da questo obiettivo, ha avvertito il senatore a vita, si deve partire “nella liberta’ di sollevare legittimamente, senza far polveroni, qualsiasi questione elativa a posizioni, questioni, modi di governare che riguardino il Presidente Renzi”. Insomma non si strumentalizzi il ddl Boschi per fare la guerra al premier.
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