Roma, 11 ago. (LaPresse) – “Intimare l’accoglienza a tutti i costi, con il rischio di creare una società piena di conflitti sociali, più di quanto non lo sia già, mi permetto umilmente di dire che non sia giusto”. E’ quanto scrive Giorgio Silli, responsabile immigrazione di Forza Italia, in una lettera al segretario Cei, il monsignore Nunzio Galatino.

“Mi permetto di scriverle non tanto come responsabile immigrazione di Forza Italia ma come cattolico praticante”, inizia la sua lettera Silli, spiegando di essere “uno di quei cattolici che va a messa molto molto spesso, si confessa, prega, osserva precetti e digiuni. Uno fra i pochissimi rimasti, per intendersi, che si fa tutto il triduo pasquale, novene eccetera. Uno che sempre ha lottato per la propria fede, uno che ha preso sputi per difendere pubblicamente le proprie posizioni”.

Silli dice di rivolgersi al segretario Cei “come se mi rivolgessi a tutti” i vescovi e i cardinali “che nelle ultime settimane si sono occupate di immigrazione e lo faccio con lo zelo di un figlio, di una pecorella del grande gregge che vorrei i miei pastori educassero e governassero; lo faccio con il massimo dell’umiltà e del rispetto”.

Spesso, continua l’esponente forzista, “dimentichiamo che la formazione delle coscienze è alla base di una società giusta per il futuro e altrettanto spesso molti confondono il ruolo del sacerdote con quello dell’assistente sociale”. E aggiunge: “Fondamentale accogliere, indispensabile sfamare e curare ma impensabile ed impossibile farlo con un numero infinito di persone”.

Poi osserva: “come non credo sia elegante che la Chiesa entri nel dibattito nazionale mettendosi al pari delle forze politiche come se fosse un sindacato o una normale associazione. Abbiamo capito – continua – bene quanto il santo padre va predicando sin dalla sua ascesa al soglio pontificio e lo abbiamo messo in atto. Tutti. I cittadini, le forze politiche, l’associazionismo. Ma l’Italia adesso non ce la fa più. Mi creda non è polemica politica, è la realtà”.

Come un figlio, dice Silli, “allora vi chiedo: è giusto additare chi si batte per il nostro paese come se fossero mercanti del tempio? Non ci stiamo forse, noi italiani, comportando tutti molto meglio rispetto alla Francia? Al Regno Unito? Alla Spagna? Alla Germania? Ebbene – continua Silli – esorto a continuare sulla vostra dottrina ma spostando il messaggio ad altri paesi che ancora non hanno fatto la loro parte.

Una telefonata fra il santo padre e Merkel, Hollande, Zapatero, Cameron, dove li esorta ad accogliere un numero considerevole di profughi, “visto che ad oggi i numeri sono risibili, sono sicuro sortirebbe risultati migliori rispetto alle decine di tavoli di concertazione ai quali partecipa il nostro presidente del consiglio”.

E conclude: “Anche san Martino di Tours vedendo un povero seminudo, in una notte d’inverno, gli donò parte del suo mantello perché si potesse coprire. Ma il mantello era uno e più di un ignudo non potette vestire. La nostra situazione è proprio questa, per dirla in parole povere, la coperta è sempre più corta”.

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