Roma, 30 lug. (LaPresse) – Si difende dal ‘fuoco amico’ e rilancia il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda dopo il salvataggio del senatore Ncd Antonio Azzollini deciso ieri da palazzo Madama. In un’intervista a ‘La Repubblica’ dice di non essere pentito della mail inviata ai senatori prima del voto e in cui si appellava al “libero convincimento” di ciascuno: “La riscriverei tale e quale”. Dice di non aver parlato con nessuno sul caso Azzollini prima del voto: né con Renzi, né con Lotti né con altri membri del governo. Quanto alla vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani che ieri, dopo il voto, ha espresso la necessità di scusarsi, Zanda è netto: “Invidio molto chi riesce a esprimersi sulla libertà o l’arresto di un parlamentare senza aver letto gli atti, senza aver partecipato a un lungo dibattito e aver ascoltato la sofferenza con cui molti senatori Pd hanno raggiunto il proprio convincimento”.

Zanda esclude che il voto sia un segnale contro i giudici: “Il voto – dice – riguardava l’arresto preventivo di Azzollini e non il suo processo che farà la sua strada. E’ lì che dovrà dimostrare se è innocente o colpevole”. Esclude anche che il Senato abbia paura di Ncd: “L’arresto di parlamentari non è una gara tra Camera e Senato. Potrei dire che il Senato ha votato la decadenza di Berlusconi o l’arresto di Lusi ma questa competizione mi irrita non poco”.

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