Di Gabriella Cerami

Roma, 28 lug. (LaPresse) – L’Italia batte tutti sul tempo. Con la ‘Dichiarazione dei diritti in Internet’ è il primo Paese nel mondo a possedere un testo, di natura parlamentare e sottoposto a consultazione pubblica, che mette nero su bianco i diritti dei cittadini nel grande e complesso mondo della rete.

Quattordici sono i punti principali attorno a cui ruota la ‘Carta’, ma già si pensa al prossimo obiettivo da raggiungere: “Presentare – dice la presidente della Camera, Laura Boldrini – una mozione condivisa da tutti. Sarà più forte quanto più sarà unitaria”. In questo modo il Parlamento potrà chiedere al governo di “impegnarsi per promuovere questi principi nelle sedi internazionali”. Principi rivolti soprattutto ai giovani e che riguardano l’accesso a internet, la privacy, la sicurezza, il diritto d’autore, il diritto all’oblio e quello ad essere consapevoli durante la navigazione.

Tuttavia, Internet è in continua evoluzione “dunque lo è anche la Carta”, sottolinea la presidente della Camera, in conferenza stampa a Montecitorio, facendo presente che la ‘Dichiarazione dei diritti’ può essere modificata “anche se, per il momento, questo lavoro è il più omnicomprensivo e innovativo possibile”.

La commissione, formata da deputi ed esperti, ha infatti svolto decine di audizioni nel corso di dodici sedute. Subito dopo è stato dato il via a cinque mesi di consultazione online sulla Carta dei diritti, durante i quali sono stati registrati 14mila accessi alla piattaforma per un totale di 590 opinioni raccolte. “Opinioni di cui abbiamo tenuto assolutamente conto”, dice ancora Boldrini.

Il giurista Stefano Rodotà, componente della commissione che ha redatto il testo, mette in guardia da facili fraintendimenti: “Questo è un documento che ha un senso politico e che può essere alla base di una mozione e di innovazioni normative, ma non è – avverte – invocabile davanti a un giudice perché non ha il rango della norma giuridica, né primaria né secondaria”. Ma, sottolinea Rodotà, la ‘Carta dei diritti’ già oggi “inizia a essere presa in considerazione da chi deve prendere le decisioni. E questo è il segno che è stato fatto un buon lavoro”.

Ancora è solo l’inizio. “La commissione non chiuderà – garantisce Boldrini – anzi lavorerà per organizzare ‘l’Intenet governance forum in Brasile’, diffonderà la Carta nelle scuole e, dopo le modifiche al regolamento della Camera, l’obiettivo finale sarà istituire una commissione permanente”.

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