Roma, 16 lug. (LaPresse) – Dal diploma da perito chimico, a un lavoro all’Eni e una collaborazione sulle pagine culturali dell’Unità in gioventù. Dalla conoscenza di arabo, inglese e francese e il libro di poesie, all’elezione a sindaco di Gela e alla presidenza della regione Sicilia. La vita di Rosario Crocetta è un incrocio continuo fra politica e cultura.
– Nato a Gela l’8 febbraio del 1951, sin da ragazzo è appassionato di politica che inizia a praticare tra le file del Partito comunista italiano, in cui milita fino alla data della sua fine nel 1991. Negli anni successivi passa da Rifondazione Comunista ai Verdi nelle cui liste è eletto consigliere comunale di Gela e nominato assessore alla Cultura. È il 2000 quando invece aderisce ai Comunisti italiani, divenendo l’anno successivo assessore all’Istruzione.
– Nel 2002 decide di candidarsi a sindaco di Gela, sostenuto da una coalizione di centrosinistra. Inizialmente sconfitto per meno di 200 voti, fa ricorso e il riconteggio ne conferma al contrario l’elezione. La notizia acquista grande risalto, soprattutto per i titoli apparsi sui giornali che lo indicando come il “primo sindaco gay d’Italia”. È una notorietà che cresce, alimentata nel 2003 dalla notizia che un’organizzazione criminale di tipo mafioso aveva assoldato un killer dalla Lituania per ucciderlo. Il sindaco di Gela finisce così sotto scorta e si inizia parlare di lui anche per l’impegno contro la mafia e per le misure approvate dalla sua giunta per prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata. Nel 2007 Crocetta si candida per un secondo mandato ed è rieletto al primo turno con il 64,8 per cento dei voti.
– Il 2008 invece è l’anno del passaggio al Partito democratico nella cui lista decide di candidarsi alle elezioni europee del 2009 nella circoscrizione Italia insulare. Con 150.091 preferenze Crocetta è eletto al Parlamento europeo insieme a un altro simbolo dell’antimafia, Rita Borsellino, dimettendosi da sindaco di Gela. Intanto la sua scorta è raddoppiata a seguito di nuove minacce mafiose che non impediscono però a Crocetta di essere nominato ad aprile 2012 vicepresidente della commissione speciale antimafia dell’Unione Europea.
– Passano pochi mesi e l’ex sindaco di Gela decide di candidarsi alla presidenza della Sicilia con il sostegno, oltre che del Partito Democratico, anche di Udc, Api e Psi. Si vota il 28 ottobre 2012 e Crocetta vince le elezioni, entrando in carica a inizio novembre. Del primo periodo della sua presidenza è noto l’episodio che riguarda la nomina a assessori del cantautore Franco Battiato (al Turismo) e dello scienziato Antonino Zichichi (alla Cultura), licenziati poi entrambi a marzo 2013: Battiato per aver scosso la sensibilità delle parlamentari, a causa di una frase pronunciata a Bruxelles, Zichichi per le numerose assenze e la poca concretezza. Al loro posto Crocetta pone la sua segretaria Michela Stancheris e l’archeologa Maria Rita Sgarlata. Da allora il governo Crocetta ha conosciuto tre grandi rimpasti.
– Sono del 2014 infine alcune vicende giudiziarie in cui il presidente della Regione è rimasto coinvolto: il 23 settembre quando è stato rinviato a giudizio dal gup di Palermo per diffamazione nei confronti del presidente della commissione regionale antimafia Nello Musumeci. E’ il 18 aprile quando Crocetta è indagato dalla procura della Corte dei conti insieme al commissario della società regionale Sicilia e-servizi Antonio Ingroia, per un danno erariale da oltre 2,2 milioni di euro causato dall’assunzione di 74 dipendenti ex Sisev, transitati a Sicilia e-Servizi, alcuni dal 23 gennaio scorso, altri dal 4 febbraio.
– La storia politica e personale di Crocetta è raccontata in un libro uscito nell’aprile del 2013 a sua firma, dal titolo ‘E io non ci sto’, un’autobiografia in cui il presidente della regione Sicilia racconta della sua famiglia e del suo percorso politico come fosse una sceneggiatura e che ha una prefazione scritta dal presidente del Senato Pietro Grasso in forma di lettera personale.
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