Roma, 3 lug. (LaPresse) – “Il vero salto nel buio non è il referendum ma l’accordo che ci avevano proposto le istituzioni europee e il Fondo monetario internazionale. Volevano distruggere il nostro Paese ed è per questo che domenica andremo alle urne”. Lo ha detto a Voci del Mattino, trasmissione di Radio1 Rai, Argiris Panagopoulos, portavoce di Syriza in Italia. “In questo difficile frangente – ha aggiunto – il popolo greco sta dimostrando grande calma e civiltà, grande rispetto delle regole democratiche. Ma indipendentemente dall’esito del referendum, il regime di austerità ha già perso”.
La Grecia, ha spiegato, non ha pagato 1,6 miliardi che chiedeva il Fondo monetario ma nello stesso giorno sono stati bruciati sui mercati finanziari 300 miliardi. “Hanno gettato nelle banche 4 mila miliardi e non si vede la fine di questa austerità. Voglio dire che la grande questione di contrasto fra Atene e le istituzioni europee non riguarda qualche spicciolo in più o in meno – continua Panagopoulos, – ma temi fondamentali come il debito, la possibilità per i lavoratori greci di non dovere essere schiavi in Europa, e gli investimenti pubblici per far ripartire l’economia, problema che avete anche in Italia, dove avete perso un quarto della vostra forza produttiva. Non possiamo andare avanti con tassi di sviluppo dello 0,3 o 0,4%, non possiamo esporci verso le banche con nuovi debiti per pagare i vecchi debiti. Questa è la sfida di Tsipras”.
“In caso di vittoria del sì al referendum – ha spiegato Panagopoulos – nessuno di noi di Syriza sarebbe disposto a firmare alcun memorandum d’austerità. Il governo, quindi, si dimetterebbe e si andrebbe a nuove elezioni che però rivinceremmo ancora noi. Quello infatti che i media europei non dicono è che Syriza, lo ha indicato un sondaggio, è arrivato ad avere il 47, 5 % dei consensi, il 10% in più rispetto alle elezioni di gennaio. Noi siamo riusciti a trasformare una maggioranza sociale in una maggioranza politica e questo fa paura, come dimostra il rifiuto verso l’ultima, buonissima proposta che Tsipras ha fatto a Bruxelles. La Grecia senza Syriza è ingovernabile”.
Panagopoulos si dice poi convinto che il vento anti austerità sia destinato a soffiare sempre più forte, anche in altri Paesi che andranno al voto nei prossimi mesi. “Ritengo che l’esito delle elezioni in Spagna sia già scritto, con la vittoria di Podemos. Non a caso i premier di Spagna e Portogallo, Rajoi e Passos Coelho, a Bruxelles sono i più acerrimi nemici di Tsipras. A settembre si vota in Portogallo, a novembre in Spagna, a febbraio dell’anno prossimo in Irlanda, con il Sinn Fein, il partito della sinistra, che da un anno è largamente primo nei sondaggi. Hanno paura e vogliano annientarci – ha concluso il portavoce di Syriza – vogliono fare il colpo di stato col bancomat. In Spagna parlano di ‘austericidio’ ma l’Europa cambia”.
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